Hamas: “Netanyahu ostacola accordo”. Migliaia di persone in piazza in Israele contro il governo

Ancora distanze tra Israele e Hamas per il raggiungimento dell'accordo. Le famiglie degli ostaggi scendono in piazza contro il governo Netanyahu

Si parla di progressi, avanzamento de trattative e di tanto altro, ma del raggiungimento dell’accordo nemmeno l’ombra. La proposta di fermare la guerra a Gaza oltre 40 giorni in modo tale da permettere lo scambio tra prigionieri palestinesi e israeliani è ancora valida, ma fonti di Hamas, a margine di un incontro svolto al Cairo alla presenza dei mediatori qatarioti, egiziani e statunitensi, confermano che sono ancora numerosi i punti critici, compresa l’insistenza da parte israeliana di voler invadere la città di Rafah a prescindere dall’esito positivo o negativo dell’accordo.

Hamas fiducioso, ma distanze sono evidenti

Nella giornata di sabato un gruppo di mediatori legati al gruppo palestinese ha incontrato rappresentanti di Qatar, Egitto e Stati Uniti per discutere della proposta israeliana che però – ed è questo il punto critico – non comprende una fine permanente della guerra, ciò che vorrebbe Hamas per chiudere definitivamente l’accordo. “È chiaro che stiamo andando avanti, ci sono alcuni punti positivi”, ha detto Osama Hamdan, portavoce di Hamas. “Ma in queste ore stiamo ancora parlando della questione principale e cioè del completo ritiro delle truppe da Gaza“. Hamdan ha anche detto che tra i temi discussi al Cairo uno dei principali è stata la recente dichiarazione del premier israeliano Benjamin Netanyahu di voler invadere Rafah, operazione potenzialmente devastante e rigettata sin dall’inizio dagli Stati Uniti. Alle parole del primo ministro si erano aggiunte quelle del ministro della difesa Gallant che, a margine dell’incontro avuto con il segretario di stato Antony Blinken, ha ribadito che rimane quella la volontà del gabinetto di guerra.

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Israele frena sul possibile accordo

Se Hamas parla di un momento positivo, Israele al contrario ribadisce di non aver dato ordini ai suoi mediatori di discutere della fine della guerra in modo permanente. Lo riferisce, citando una fonte diplomatica vicina al governo, il Times of Israel, aggiungendo che fino a quando il movimento palestinese non accetterà la proposta precedente non sbarcherà al Cairo nessuna delegazione israeliana per un ulteriore round dei colloqui. Nelle scorse ore diverse fonti israeliane parlavano del fatto che “la fine della guerra arriverà con la fine di Hamas a Gaza“, motivo per cui è lecito pensare che da parte di Tel Aviv non vi è alcun interesse, almeno per il momento, di concludere la partita. Ma intanto le pressioni interne da parte dei familiari degli ostaggi aumentano: migliaia persone sono scese in piazza nelle principali città israeliane, accusando apertamente Netanyahu di non voler concludere l’accordo con Hamas che sembra a un passo dalla chiusura.