Haris Suleman: l’ultimo sorriso in volo prima di morire

Suleman-Pilot-CrashLa notizia della morte di Haris Suleman è stata data qualche giorno fa. L’aereo sul quale stava volando con suo padre si è schiantato nell’ Oceano Pacifico.  Haris aveva un sogno, anzi due: stabilire un record e fare del bene. E ha cercato di fare questo, volando.

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Ha twittato così, prima di volare di nuovo, Haris Suleman. Non era un uccellino, no. Era un ragazzo di 17 anni, con un sogno nel cassetto e un progetto che gli faceva onore: voleva completare un nuovo giro del mondo in volo e raccogliere soldi per una organizzazione no profit che costruisce scuole in Pakistan, di dove è originaria la sua famiglia, che vive in America ormai da molto tempo.

Dopo avere “cinguettato” al mondo quanto gli fosse piaciuta Pago Pago, si è rimesso in volo. Ma qualcosa è andato storto, qualcosa che ancora non è stato accertato dalle autorità, che stanno svolgendo una indagine per capire le cause della tragedia. Qualcosa che ha fatto precipitare il Hawker Beechcraft su cui erano a bordo lui e il suo papà, Babar Suleman. Di Babar non c’è traccia alcuna, mentre il corpo di Haris è stato trovato.

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Padre e figlio sono partiti il 19 giugno e contavano di finire il loro viaggio-record in 30 giorni. Il ritorno era previsto la scorsa domenica.

Il cinguettio prima di ripartire, a poche ore dalla morte, il sorriso alla fine del tweet, anche se fatto di una emoticon, anche se non è un sorriso vero, è stato il saluto inconsapevole di un ragazzo che di 17 anni che aveva deciso di fare qualcosa di memorabile, qualcosa per se stesso e per gli altri. Un viaggio indimenticabile con il suo papà, un record e della beneficienza.

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Hiba Suleman, sorella di Haris ha scritto un posto su Facebook, dopo che il fratello è stato trovato senza vita nelle acque dell’oceano:

sufacebok

 

Alla fine del post, scrive: Pregate perché mio padre torni sano e salvo. Inoltre, abbracciate i vostri genitori e i vostri fratelli – dite loro che li amate , fatelo cento volte. Fatelo mille volte. Non avrete mai la sensazione di averlo detto abbastanza.

Deve essere così che ora si sente, Hiba, come se non lo avesse detto abbastanza a quel suo fratello dal grande sogno. Quel ragazzo che voleva volare.

Richard Bach ha scritto: “Con un aeroplano, si può imparare a conoscere il cielo come un vecchio amico, e a sorridere quando lo si vede”.