La società americana è cambiata profondamente due volte in questi ultimi decenni per causa di fatti drammatici. La prima volta è stata l’11 settembre del 2001 e la seconda è avvenuta ieri con l’assalto al Campidoglio dei sostenitori di Donald Trump. Ora è il momento della condanna, del dire che manifestare dissenso è giusto e sacrosanto ma non con violenza.
Certamente, anche se le democrazie occidentali nascono da una rivoluzione francese che decapitò di fatto il governo di quel tempo: la monarchia. Tanti altri avvenimenti e personaggi sono divenuti eroici nel racconto della storia, con la loro azione di protesta, di violenza contro un sistema. La nostra repubblica nasce dalla fine cruenta del fascismo, da una fucilazione di massa dei gerarchi a Dongo senza alcun processo, dalla “macelleria messicana” di Piazzale Loreto, nonostante che l’8 settembre si fosse firmato un armistizio con gli Alleati nel quale affermavamo che Mussolini e i suoi sarebbero stati consegnati agli americani per quello che sarebbe diventato il processo di Norimberga. Altroché rompere una finestra …
Tutti questi episodi devono far riflettere su un elemento che accomuna le reazioni violente del popolo. È stupido e superficiale bollare i fatti accaduti, come espressione di rozzi bovari aizzati da un criminale. Ieri erano in 50 mila, comprese famiglie con sciarpe e bandiere. Tutte queste persone hanno visto in Trump l’unico uomo che si è opposto all’invasione della Cina, che sapeva spaventare gli Stati canaglia e la loro volontà di distruzione (in questi giorni l’Iran ha dichiarato che riprenderà l’arricchimento dell’uranio e due giorni fa il parlamento ha promosso una legge per eliminare Israele), che si opponeva energicamente al patto stretto dalle multinazionali per continuare a lucrare, producendo in Oriente, a scapito del loro posto di lavoro… e che tutte queste forze si sono messe insieme per toglierlo di mezzo tramite elezioni truccate. (Non dimentichiamo che in America hanno ucciso i loro due presidenti più rappresentativi perché si opponevano ai poteri occulti) L’agenzia Reuters comunica che il 40% degli statunitensi, anche non repubblicani, pensano che le elezioni siano state truccate grazie al voto per posta.
È quindi questa un’idea che in molti hanno nel mondo e in America, anche al di fuori dei repubblicani. Ora, il pericolo non è un tizio vestito da David Crocket la cui fotografia ha fatto il giro del mondo; il pericolo è che una democrazia fragile e discussa come quella americana oggi, spalancherà sviluppi incerti ovunque – chi odia l’Occidente e gli Stati Uniti in primis, vede ora il momento d’affondare la lama – e nel caos, nelle crisi economiche, nelle paure si sviluppa la tirannia. Qualcuno pensa che, sotto traccia, ci sia già negli Stati Uniti, anche se nascosta dalla figura tranquillizzante di Biden. Vedremo…
Comunque, l’unica vittima che abbiamo visto ieri era una donna, senza armi, con una sciarpa al collo, veterana dell’aeronautica militare: Ashli Babbit. E’ già un simbolo di rivolta come è un simbolo della tirannia occulta la censura di facebook adoperata su quello che fino al 20 gennaio è ancora il Presidente degli Stati Uniti. Il futuro, compreso il nostro, ha aggiunto un altro tassello molto preoccupante.
Massimo Carpegna