Diverse sono le tracce che testimoniano quanto la mitologia greca abbia colonizzato completamente la Sicilia. Proprio per questo motivo esistono diversi racconti, leggende e storie che ne parlano anche minuziosamente.

L’eccentricità e il mistero che ruotano attorno a queste affascinanti figure e narrazioni si intrecciano sia nel mito tanto quanto all’archeologia, e rappresentano dunque una vera e propria fonte inestimabile del patrimonio culturale tramandato oralmente.

In questo modo le leggende nascoste – dell’Iliade, dell’Eneide e dell’Odissea – si trasformano per le popolazioni passate in storia.

Come già accennato le prime forme di comunicazione abbracciavano specialmente la tradizione orale che, passava da persona a persone, ciò ebbe luogo per diverso tempo dato che le primissime forme di scrittura furono gli ideogrammi databili al 3000 a.C.. Solo con i Fenici, intorno al 1500 a.C., si ebbe la nascita di una scrittura lineare che nel IX secolo a.C.divenne con i Greci nella creazione dell’alfabeto. Quando quest’ultimi conquistarono la Trinacria, e gran parte dell’Italia meridionale, fu necessario creare una memoria storiografica dei fatti che accadevano così da lasciare ai posteri alcune informazioni necessarie inerenti la storia della Sicilia e le popolazioni che la governavano nel corso dei secoli.

Oltre alla scrittura, i reperti archeologici specialmente, l’arte appare come una fonte inesauribile di conoscenza grazie ai simboli e alle figure contenuti in vasi, piatti e altri oggetti rinvenuti negli scavi. La testimonianza scultorea ci fornisce dei fondamenti relativi alla letteratura mitico-leggendaria incentrata su narrazioni fantasiose che profumano di Sicilia e Grecia antica.

I miti, indipendentemente dal valore creativo e immaginativo, sono un grande corpus tradizionale e culturale della nostra isola su cui si fonda l’identità siciliana anche nella nostra contemporaneità.

Contenuta all’interno dell’Eneide di Virgilio, al verso 656, si trova la notizia secondo cui la Sicilia un tempo non era ‘indipendente’ geograficamente parlando in quanto il suo suolo era collegato alla penisola italica e al continente africano naturalmente ciò viene riportato mitologicamente ma possiede un fondo di verità scientifica.

Frutto del genio creativo della mitologia greca sono invece tutte le divinità che erano venerate dai Greci. Proprio quest’ultimi portarono in Sicilia il culto pagano presente nel Peloponneso compreso quello a Persefone. Conosciuta anche con l’appellativo di ‘Kore’ (in greco significa ‘giovinetta’) costei è un’importante figura della mitologia greca presente anche nei Misteri Euleusini e nella religiosità romana. Persefone era figlia di Demetra e Zeus e in tenera età fu rapita dallo zio Ade, dio dell’oltretomba, che la portò agli inferi per sposarla contro la sua volontà. Una volta che raggiunse il regno dei morti, le venne offerta della frutta e ciò di cui si nutrì furono soltanto dei chicchi di melograno che la costrinsero, secondo la leggenda, a rimanervi per l’eternità.

Così, rattristata per ciò che stava accadendo, la madre Demetra (dea dell’agricoltura e della fertilità) scagliò contro la popolazione umana la sua rabbia e rammarico provocando un inverno così rigido e duro mai successo prima d’ora.

Successivamente si raggiunse ad un accordo con il marito Zeus il quale affermava che se Persefone non avesse mangiato un frutto intero, melograno compreso, avrebbe potuto trascorrere il resto dell’anno con la madre. In questo modo Kore poteva trascorrere metà dell’anno con Ade e la restante parte con Demetra. Quest’ultima per accogliere con gioia il ritorno della figlia sulla terra faceva rifiorire la natura in primavera ed estate. Alcuni sostengono che questo ritorno avvenisse lungo i prati del lago di Pergusa, presente nel cuore della Sicilia, ricchi di fioriture sgargianti e di statuette greche.

Il maggior culto nel mondo greco oltre la madrepatria si registra in Sicilia e in particolar modo a Catania come riportano le Verrine di Cicerone.

Perché in Sicilia il culto di Demetra e Kore è così forte?

Alcuni storici e mitologi internazionali le considerano quasi divinità indigene forse perché successivamente, in molti sostengono una tesi del tutto singolare relativo al rapimento di Kore da parte del poeta greco Callimaco. Ciò avvenne al lago di Pergusa, nell’ennese, che è lo stesso luogo in cui Ade rapì Proserpina.

Le figure di Demetra e Kore erano così pop che influenzarono addirittura la moneta siceliota vigente nell’antichità in cui la madre era rappresentata su una quadriga con una fiaccola nella mano destra e delle redini in quella sinistra alla disperata ricerca della figlia rapita. Sotto la dominazione romana, invece, il sacro granaio della plebe favorì il culto delle due donne. La prima, venerata in tutta la Magna Grecia, era il simbolo dell’educazione e legislazione della vita familiare nonché protettrice della nascita e della fecondità; la seconda era la rappresentante della natura luminosa e lieta della terra e della vita tenebrosa dell’oltretomba.

Queste due divinità, chiamate in vari modi nelle varie zone siciliane in cui venivano venerate e amate, continuarono ad essere adulate anche in epoca cristiana.

Diversi siti archeologici siciliani, come il Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi di Siracusa o il Museo regionale archeologico di Agrigento, conservano delle statuette che raffigurano Demetria e Kore. I riti e i misteri celebrati in epoca pre-cristiana riguardavano divinità come Iside, Afrodite e Cibele che erano paragonabili agli attuali patroni e patroni religiose siciliane tra cui Sant’Agata, la Madonna Nera di Tindari, Maria SS.di Custonaci e S. Rosalia.

A Siracusa nel 2014 è stata ritrovata una statuetta di Santa Lucia che potrebbe essere paragonata alle terracotte conservate al Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi per le sembianze similari, quasi identiche (basti notare la presenza della fiaccola).

Maria Carola Leone
Maria Carola Leone, classe 1990. Laureata in Lingue e Letterature Moderne dell’Occidente e dell’Oriente – Curriculum orientale (Arabo, Ebraico e Francese) con votazione 110/110 e lode. Parla correttamente 5 lingue: inglese, francese, spagnolo, arabo ed ebraico. Da sempre sostenitrice dell’arte e della cultura intraprende il suo percorso da culture-teller a 11 anni quando pubblica il suo primo articolo giornalistico sul quotidiano ‘La Sicilia’. Continua a scrivere fino a quando nel 2012 entra a far parte della condotta Slow Food 570 diventando Responsabile dei Progetti educativi, editoriali e culturali collaborando attivamente e con serietà al progetto. Attualmente è Docente di Lingue Straniere presso una scuola superiore di Palermo, si occupa di Digital Marketing, Traduzioni e sottotitolaggio e collabora per la Condotta Slow Food di Palermo.