Il quartiere arabo di Sambuca di Sicilia

nella provincia di Agrigento è custodita un bottino artistico datato al 830 d.C.

Sambuca è un centro urbano in provincia di Agrigento che custodisce una forte identità araba. Per essere distinta dalla ‘Sambuca’ toscana, nel 1863 è stato aggiunto il termine ‘zabuth‘ – antico castello – denominato così dall’emiro dell’epoca.

E’ adagiata a 350 metri s.l.m. nella valle del Belice e fu fondata dai saraceni nel 830, tre anni dopo dal loro sbarco a Mazara del Vallo, chiamandola Zabuth e decisero di costruirla sulle pendici del Monte Genuardo tra i fiumi Belice e Sosio. A nord il castello è protetto da muraglie smerlate, a sud, invece, il Casale adiacente sfocia nel quartiere arabo. 

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Sambuca è molto parsimoniosa nel conservare in modo intatto le testimonianze musulmane che la caratterizzano. La pianta urbana della cittadina si è sviluppata intorno ai sette vaneddi (vicoli), oggi trasformati in museo a cielo aperto. Un reperto storico arabo-siculo è sicuramente la fortezza Mazzallakkar che si affaccia sulle sponde del Lago Arancio; ogni qual volta si innalza il livello del lago la costruzione rimane sommersa.

Diverse sono le sfumature artistiche che si sono mischiate nel corso dei secoli. Monte Adranone è uno dei punti nevralgici di questo mélange, lì sorge il complesso archeologico del IV secolo a.C. e l’antichissimo casale arabo. Palazzi barocchi e ottocenteschi dal sapore eclettico sono ben adattati al gusto arabo-musulmano del centro storico della città. Nel cuore di Sambuca la Chiesa della matrice, il Terrazzo Belvedere, Palazzo Panitteri, Palazzo dell’Arpa,Palazzo Ciaccio e la Chiesa del Carmine con la statua marmorea gaginiana della Madonna dell’Udienza si amalgamano omogeneamente anche ai resti del castello dell’emiro.

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Il teatro comunale, le antiche torri di Pandolfina e Cellaro e il fortino di Mazzallakkar sono sicuramente simboli di profonda cultura sensibile della città.

Olive Nocellare e Vastedda del Belice DOP: i tesori di Sambuca

Sambuca di Sicilia è conosciuta sia nell’isola che all’estero per la sua economia bucolica. La produzione di olio da Oliva Nocellara del Belice DOP e l’omonimo vino sono le principali fonti di guadagno della città. Entrambi i prodotti sono esportati sia nel territorio nazionale che oltreoceano, suscitando molti apprezzamenti anche dagli amici asiatici.

Nella zona è attivo l’allevamento di ovini utili alla produzione di prodotti quali la Vastedda della Valle del Belice DOP. Unici al mondo sono i prodotti da pasticceria locale quali: le Minne di Vergine, i dolcini alle mandorle, i cucciddate e le cassatedde.

Maria Carola Leone
Maria Carola Leone
Maria Carola Leone, classe 1990. Laureata in Lingue e Letterature Moderne dell’Occidente e dell’Oriente – Curriculum orientale (Arabo, Ebraico e Francese) con votazione 110/110 e lode. Parla correttamente 5 lingue: inglese, francese, spagnolo, arabo ed ebraico. Da sempre sostenitrice dell’arte e della cultura intraprende il suo percorso da culture-teller a 11 anni quando pubblica il suo primo articolo giornalistico sul quotidiano ‘La Sicilia’. Continua a scrivere fino a quando nel 2012 entra a far parte della condotta Slow Food 570 diventando Responsabile dei Progetti educativi, editoriali e culturali collaborando attivamente e con serietà al progetto. Attualmente è Docente di Lingue Straniere presso una scuola superiore di Palermo, si occupa di Digital Marketing, Traduzioni e sottotitolaggio e collabora per la Condotta Slow Food di Palermo.