COMPAGNIE TELEFONICHE ITALIANE RISCHIANO DI ESSERE CONDANNATE AD INGENTI MULTE E RISARCIMENTI.
L’unione fa la forza. Sembrano averlo capito bene le compagnie telefoniche del nostro bel paese. La comprensione del concetto però è ancora una volta a carico dei consumatori, che subiscono inermi. Quest’ultimi infatti hanno visto ridursi ai minimi termini, se non sparire, il loro diritto di beneficiare di un sano rapporto concorrenziale tra i vari operatori, così come prevede la regolamentazione antitrust italiana.
È stato un corpo speciale della Guardia di Finanza ad aprire un’ istruttoria che coinvolge tutti i colossi telefonici della penisola, in seguito alla denuncia dell’Associazione Italiana Consumatori sulla fatturazione a 28 giorni, che estrapolava a favore delle compagnie, un mese di fatturazione aggiuntiva. Vicenda che il TAR del Lazio sembrerebbe aver concluso con successo obbligando tutte le compagnie a riallinearsi alla storica fatturazione mensile.
Ma poco dopo la sentenza a loro sfavore Tim, Wind 3,Fastweb,Vodafone,hanno comunicato quasi all’unisono ai loro clienti che, in assoluta ottemperanza all’obbligo di fatturazione mensile e non più quadri settimanale, avrebbero effettuato una variazione in aumento delle loro tariffe, finalizzata a spalmare la spesa annuale su dodici mesi, anziché tredici.
Lo stratagemma sembra perfetto. AGGIRA l’ostacolo e si beffa ANCORA UNA VOLTA dei consumatori, sempre più impotenti, vista la titanica coalizione e la conseguente inutilità di cambiare gestore.Tutte le compagnie hanno in seguito dichiarato di aver agito in totale trasparenza, nel rispetto dei loro clienti e negando esplicitamente qualsiasi supposta coalizione.
Restiamo dunque in attesa che l’ inchiesta continui e che il procedimento, la cui conclusione è già stata fissata per il 31 marzo 2019,porti chiarezza, stabilendo se la cattiva fede dei gestori sarà confermata, ingenti multe per gli operatori e l’ obbligo di risarcimento ai consumatori. Quest’ultimi in futuro dovrebbero essere senz’altro più tutelati per evitare che simil-congreghe possano ancora minare il loro diritto di “libera scelta” .