Italia Inside: l’Italia dal di dentro…

“Quando nacque la fotografia l’Italia non era ancora una nazione, ma un insieme di piccoli stati indipendenti. Goethe e Sthendal avevano già compiuto i loro viaggi, raccontando una loro personale visione del Bel Paese, che da tempo spingeva verso le luci e il colore del sud giovani aristocratici, poeti, pittori e scrittori…e dal 1840…anche i fotografi.

Arrivavano da tutta Europa per ritrarre siti archeologici, paesaggi, bellezze naturali e artistiche… Così fu creato un “archivio fotografico“, ” oltre a un immaginario collettivo” che vedeva l’Italia come luogo di “archeologia, processioni religiose, donne vestite di nero, di pecore, di cipressi e pini marittimi“, a cui si possono aggiungere  le incantevoli opere d’arte di antichi  palazzi e chiese affrescati, dipinti, sculture, (il Rinascimento Italiano nelle sue città d’arte…), borghi e cittadine millenari ricchi di storia e tradizioni, le magnifiche cime delle Dolomiti, e, naturalmente,l’azzurro del suo mare… Questa storia, a cui va aggiunta l’evoluzione sociale della popolazione italiana in questo arco di tempo, viene raccontata nella mostra “Italia Inside” presso il Palazzo della Ragione a Milano, affacciato su quel mirabile gioiello  che rappresenta piazzetta Mercanti, aperta ai visitatori fino al 21 giugno 2015. Qui si trovano esposti gli ultimi sessant’anni del nostro paese attraverso il teleobiettivo.

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Si parte da Milano, ritratta da Paolo Monti con le sue viste”poetiche” della città di sessant’anni fa: i Navigli che fiancheggiano le vecchie case, la lavandaia sotto una tettoia, le bici posteggiate (si andava molto di più in bicicletta…)…:”la Darsena mi è particolarmente cara, perchè è diversa da tutte le altre, come se la storia avesse lasciato le sue impronte, qui dove Leonardo progettò le chiuse dei suoi canali, percorsi- a quei tempi- da centinaia di barconi di legno carichi di marmi per il Duomo…Risuonano ancora nelle mie memorie gli zoccoli dei cavalli…”(Monti, anni’50).

Parlano da sé i “Paesaggi Marchigiani” del 1964-1974 di ario Giacomelli: “Io riprendo le cose  della terra da cui sono venuto  e a cui, penso, ritornerò. Il paesaggio parla, ma anche la tua anima, con un linguaggio muto.” Questo gli evocavano le campagne irrigate, strisce in bianco e nero di distese di campi..

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1979-1989: una bimba ribelle con un braccio alzato e un pallone nell’altra mano, bruna, gli occhi accigliati, immortalata nella sua espressione intelligente di rivolta: è stupenda.Di lei e altre scrive Letizia Battaglia: “In passato cercavo sempre “la bambina”, volevo…fermare la sua immagine in un tempo magico. Ho capito dopo cos’era per me “la bambina”: è una bimba seria, magra, con le occhiaie,…Quando la trovavo …tremavo di emozione” per”quel mondo pieno di desideri, speranze, forte, di una bambina…Ho capito che in questa bambina qualcosa si è spezzato in me a quell’età…”Così Letizia continuò a fotografare bambine, una con le braccia incrociate sul petto, accanto al bellissimo sorriso di un bimbo, un’altra, elegante, col fiocco tra i capelli, l’ultima che invece sta lavando qualcosa, bruna, dal visetto pallido con gli occhi socchiusi …

Torniamo nel’53, a Matera, in Basilicata, la città dalle case scavate nelle roccia, antica e bellissima, ripresa da Patellani: “Mi trovo a Matera con la troupe di Alberto Lattuada…“per realizzare “un racconto verghiano,”La Lupa“.Così “Matera ci ha accolto….Il giorno  della festa:”I Santi Cosimo e  Damiano escono dalla Cattedrale, portati a spalle..I volti degli abitanti appaiono un pò sbigottiti, come la donna con la bimba seduta sulla porta di casa e il vecchio distinto, col bastone… I Sassi, le case scavate nella roccia, sono ripresi dall’arco scuro di un antro, mentre un bimbo appare solo sulla candida roccia di tufo…

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A Bologna, Nino Migliori sempre ngli anni’50 scrisse: “…fare fotogragia  per me significava impossessarsi  del mondo, della vita… rappresentava la libertà di muoversi dopo i coprifuochi, dopo gli sfollamenti dalle città, dopo il nascondersi dalle retate…,cioè assaporando  il significato della libertà……poter guardare e afferrare lavita…”Così fissò un piccolo bimbo con la sua bicicletta, i tetti e le macchine dall’alto, dei bambini in divisa che saltavano felici….finalmente…!

1961-66: in Sardegna le donne andavano vestite coperte di un abito nero, compreso il capo. Così si possono vedere riprese da Franco Pinna, davanti ad una casupola sullo sfondo della collina.La campagna brilla di una particolare luce, con due alberi agitati dal vento accanto ad un  cavallo solo…Gli uomini in paese invece osservano il “passeggio”, mentre in un’altra bellissima immagine, una donna porta una tanica d’acqua sul capo, proprio come le donne africane o asiatiche…Bella è la cavalcata di un gruppo su un sentiero impervio,…

Cesare Colombo immortala Firenze nel 1991: “Lunghe cene in case ospitali, discussioni, litigi, affetti, avvincenti uscite sui colli…Firenze, piccola metropoli, moderna e antica città d’arte, mutava di continuo i suoi volti” . Dalle finestre delle botteghe di Ponte Vecchio lo sguardo abbraccia la vista sul fiume, l’Arno, mentre in un’altra immagine delle ragazze si fanno fotografare davanti a un ponte e le case con le prime luci della sera….Appaiono il profilo di Santa Maria del Fiore e del Battistero con le incantevoli decorazioni sulla facciata gotica.

Si ferma il tempo osservando Venezia ripresa da Silvia Camporesi nel 2011: una giostra solitaria nella campagna deserta accanto ad un canale, l’acqua alta che lambisce un portale, l’ombra nera di una gondola sul Canal Grande che sparisce nella nebbia e le mirabili colonne dai capitelli corinzi…Dal mare alla montagna: nel 2013  Giampigotti immortalò attraverso un arco la magnifica vista delle Tre Cime di Lavaredo inTrentino Alto Adige,  riprese in tutti i modi: tra le nuvole, imbiancate di neve, oppure terrose…

Di Gianni Chiaramonte è “Dolce è la luce” all’estremo opposto della penisola, in Sicilia, nei campi arsi dal sole infuocato, contro un cielo cupo attraversato dall’arcobaleno, e il mare verde che lambisce un prato. Si passa poi all’interno di un antico palazzo con l’immagine dei santini sotto un porticato…Spicca l’assolato tempio di Segesta, mentre dei ragazzi in motorino sostano su un lungomare deserto…. Magnifica è la luminosa vista di Trapani, dalle mura e la roccia dorate dal sole, affacciate su un mare immobile…A Balassina si passa all’inverno. Nel 96 Guido Guidi scriveva: “Ricordo la neve…, mi piace la neve… La mamma mi diceva che quando sono nato era caduta molta neve… Così tanta che il nonno aveva dovuto improvvisare una specie di slitta …sotto un tino rovesciato… La nonna e il nonno mi raccontavano spesso questa storia del tino e dei buoi per trascinare la slitta…”Così nelle sue immagini si trova la neve dappertutto…Vengono studiati i “Paesaggi Alpini” del 2011-2012 di Walter Niedermayr, che paiono  come lastre di ghiaccio bianchissime, interrotte di continuo da strisce…: è il paesaggio che cambia a causa della nostra società…

Ricompare la Sicilia aristocratica dal’95 al’99: una mamma elegante con la collana di perle allatta la sua piccola creatura ancora avvolta nel candido e lungo abitino da Battesimo in un ambiente raffinato…. Sono immagini de “Gli Ultimi Gattopardi” di Shobba, che scrisse: “Ho cercato di proteggermi dalla violenza e dal dolore che si respirava in quegli anni-’80 – scegliendo di raccotare la Sicilia attraverso le donne. Donne che si ribellavano alla cultura mafiosa, una cultura immobile, fatta di codici e tradizioni: madri, mogli, figlie, donne di cultura, donne in nero…Una parte viveva nei palazzi dell’aristocrazia, c’erano i balli in abito da sera…,matrimoni  e feste dentro splendenti parchi…e le donne erano bellissime, era un mondo fatto di miti e leggende, di luci e ombre, di legalità e illegalità. Il mio lavoro sull’aristocrazia siciliana …è durato dieci anni. Alcune donne diventavano imprenditrici, altre scrittrici impegnate nel sociale, altre più conservatrici mantenevano vive le loro tradizioni”. Anche loro così vengono svelate: la donna anziana che spazzola i bei capelli bruni della giovane,con sullo sfondo un quadro dell’800 dalla preziosa cornice, mentre due donne in abito da sera, sedute a fianco dei mariti in piedi, rivelano nelle loro rigide posizioni tutta l’immobilità di quel mondo, così come l’ambiente in cui sono inserite: un salone dove i lampadari scintillanti si riflettono in uno specchio dalla cornice dorata…Significativa in questo senso è la donna in maschera, che esprime l’apparenza contro la realtà…Ugo Mulas ci parla della Calabria nelle tre croci sul mare azzurrissimo davanti a delle rovine…In entrata le magnifiche vedute di Pompei esprimono le merviglie dell’antichità, attraverso la storia della città precipitata nella rovina a causa della terribile eruzione del Vesuvio di quasi 2000 anni orsono…Un uomo disteso si copre il volto col braccio nel tentativo di proteggersi, mentre per contrasto sorprende la bellezza decorativa delle ville romane, ancora intatta…

Luminosa e calda è la luce dei portici di Modena, ripresi da Fontana…: ecco, tutto questo è solo una parte dell’Italia, il paese della luce, in uno scatto….

Grazia Paganuzzi