La Giornata della Memoria

Rivivere l'orrore per non dimenticare

Si è celebrata in tutto il mondo la Giornata della Memoria, una giornata dalla forte simbologia che ci fa capire il significato stesso della vita e lascia tutti a riflettere. Uomini, donne e bambini venivano condotti su carri bestiame verso i campi di concentramento, verso una fine terribile a cui non potevano scappare.

Il 27 gennaio ecco che i cancelli dei lager si aprono e svelano tutta la sofferenza, tutta la drammaticità delle condizioni di vita degli occupanti. Senza più dignità i prigionieri si trascinavano da una parte all’altra in cerca di aiuto e la loro vita era ridotta ad un lumicino.

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La sofferenza dei lager

Nei lager la vita non era vita, si cercava di sopravvivere come meglio si poteva e ogni giorno era come una sofferenza che non finiva mai, non si vedeva la fine di tutto quell’orrore.

I prigionieri non sapevano neanche più cosa voleva dire la vita umana, erano spenti e tristi e per loro niente aveva più senso. Ogni giorno erano costretti ai lavori forzati, e guai a chi osava contraddire le guardie, e il cibo era ridotto al minimo. Nei lager si annullava la dignità delle persone, i prigionieri venivano isolati e staccati dalla realtà.

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Le commemorazioni

Commemorazioni in tutta Italia e in tutto il mondo, perché tanto orrore non si verifichi mai più, per far sapere anche ai più giovani che non si può dimenticare.

«Auschwitz, il più grande e più letale dei campi di sterminio, con le sue grida, il suo sangue, il suo fumo acre, i suoi pianti e la sua disperazione, la brutalità dei carnefici, è stato spesso, e comprensibilmente, definito come l’inferno sulla terra. Ma fu, di questo inferno, solo l’ultimo girone, il più brutale e perverso. Un sistema infernale che ha potuto distruggere milioni di vite umane innocenti nel cuore della civiltà europea, soltanto perché, accanto al nefando pilastro dell’odio, era cresciuto quello dell’indifferenza», ha detto il Presidente Sergio Mattarella.

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