La protesta delle donne indiane

Un muro di donne per dire basta alle discriminazioni

Due donne indiane sono riuscite a entrare nel tempio indù di Sabarimala, nel Kerala, dove da mesi si protesta proprio contro il divieto alle donne di accedere ai luoghi di culto, e così si è riattizzato il dissenso.

Le donne indiane sono molto forti, sanno che devono combattere ogni giorno per avere il loro giusto spazio, per fare sentire la loro voce. In un Paese che si trova ad avere un numero elevatissimo di violenze sessuali per le donne la vita è molto dura e per questo ecco che le proteste diventano sempre più fragorose ogni giorno, sono le donne che vogliono gli stessi diritti degli uomini e non si arrenderanno finchè non li otterranno.

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La chiusura del tempio

Il tempio in questione, uno dei più importanti per gli induisti, era storicamente chiuso alle donne “in età fertile”, stabilita tra i 10 ed i 50 anni; in pratica ciò voleva dire tralasciare le donne e impedire loro l’accesso al luogo sacro.

Una donna in età fertile infatti viene considerata impura e come tale non ammessa al tempio; viene severamente vietato qualsiasi contatto con i luoghi sacri per paura di contaminazioni. Le donne però vogliono fare capire che ciò che viene considerato impuro è una cosa assolutamente naturale, di cui non bisogna provare vergogna.

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Donne in sciopero

Ieri il governatore del Kerala, su iniziativa di molte donne, ha organizzato la mega protesta del “muro di donne” con circa tre milioni di donne indiane che hanno formato una catena umana di 620 chilometri.

Le donne vogliono contare di più, vogliono che le loro richieste siano ascoltate, vogliono avere gli stessi diritti dei maschi, vogliono potersi sposare per amore non perché il matrimonio è combinato. Vivono come in un incubo le donne indiane, e adesso vogliono potere dire che la loro vita è come quella dei maschi, unica ed indispensabile.

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