Le scuse degli uomini violenti

L’Ong peruviana Vida Mujer si è occupata di raccogliere venticinque messaggi tra lettere, e-mail e SMS di scuse scritti da uomini che in passato hanno picchiato le proprie mogli, compagne e fidanzate promettendo un cambiamento immediato per poter tornare insieme.

Il libro, dal titolo Non morire per me, nasce da un progetto di sensibilizzazione dell’Ong peruviana. Molte donne, sulla scia di scuse e pentimenti apparentemente sinceri, decidono di tornare dai propri mariti pensando che gli episodi di violenza non avranno un seguito, commettendo errori fatali.

Queste donne nella maggior parte dei casi non sono innamorate dell’uomo che le picchia. E’ più probabile che si vergognino delle proprie fragilità, di come il proprio rapporto si sia rivelato fallimentare o di non riuscire ad andare avanti senza il sostegno economico dei mariti.

La raccolta di messaggi è scritta per metà nero su bianco, dove si leggono le scuse, e per metà bianco su nero dove si racconta invece cosa è successo dopo che le donne decidono di far ritorno dai compagni e ricominciano a subirne la violenza.

“Giuro che non accadrà più, tu sei l’amore della mia vita, è tutta colpa mia. Perdonami”. Solo cinque settimane dopo aver ricevuto questa lettera, Raquel è morta.

Questi e molti altri casi di donne sole, che soffrono e per le quali un “ti amo” detto in un momento particolarmente complesso sembra allettante. Qualcuno li definisce piccoli spiragli di speranza nella disperazione.

La verità è che i comportamenti degli esseri umani non cambiano nel tempo, soprattutto non in questi casi. Si può sperare in una calma apparente, un equilibrio instabile ma la natura umana resterà fondamentalmente la stessa e un uomo violento resta un uomo violento.

“Se ti identifichi con queste donne, non aspettare di finire come loro”, è il messaggio conclusivo del libro. Per ricordare a tutte che l’amore, quello vero, passa attraverso i gesti e non attraverso le mani.