Prima della nascita dei palloncini si utilizzavano le vesciche, gli stomaci e gli intestini degli animali. Prima erano essiccati e poi gonfiati ottenendo così una sorta di antesignano del palloncino. Era il 1824 quando Michael Faraday stava utilizzando il lattice per alcuni esperimenti (tra cui l’utilizzo dell’idrogeno). Decise di tagliare due strisce di lattice e unirle, sovrapposti, gonfiandole con un po’ di gas. Il vero palloncino moderno fu inventato però nel 1930 da Neil Tillotson.
I palloncini nel corso del tempo sono diventati degli oggetti immancabili per le più importanti ricorrenze quali feste e funerali. Marevivo ha lanciato una campagna di sensibilizzazione, chiamata #stopalvolodeipalloncini, in quanto possono avere un cattivissimo impatto sull’ambiente. Il mare è diventato una vera e propria discarica non solo per la plastica ma anche per i palloncini. Si potrebbero adottare altri accessori da festa che hanno un impatto ambientale minore rispetto ai palloncini, basti pensare alle bolle di sapone.
La Presidentessa della ONG Rosalba Giugni annuncia che sarebbe necessario emanare un documento che si potrebbe inserire nella legge Salvamare proposta ai parlamentari della Commissione Ambientale. All’interno dell’emendamento è stato chiesto di vietare il rilascio dei palloncini in aria.
Il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, all’interno della dichiarazione affidata a Marevivo, si ricorda che la direttiva è stata approvata dall’Unione Europea e prevede che a partire dal 2021 anche i palloncini debbano essere smaltiti in un modo particolare in quanto hanno un impatto negativo sull’ambiente. Si potrebbe creare un’etichetta chiara e standard per stabilire queste peculiarità.
Secondo una ricerca condotta dalla University of Tasmania, pubblicato in Ocean Conservancy, si sostiene che i palloncini sono al terzo posto dei rifiuti più pericolosi al mondo per la fauna marina. La plastica morbida, se ingerita, ha 30 volte più di possibilità di uccidere una foca, una tartaruga e uccellini marini rispetto alla plastica dura.
Uno studio elaborato, dall’Università di Wales Swansea del Regno Unito, ha sottolineato che i pezzetti dei palloncini rientrano nel 80% dei rifiuti presenti all’interno dello stomaco delle tartarughe marine che sono state sottoposte alle analisi.
Marevivo tiene a sottolineare che lanciare i palloncini in cielo è una grave perdita di elio (risorsa non rinnovabile) utilizzata per raffreddare i magneti degli scanner Mri (quelli delle risonanze magnetiche) grazie al livello di ebollizione più basso.