Mia Martini porta sfortuna : pregiudizio che le costò la vita

Mia Martini porta sfortuna: l'etichetta che le costò la vita

La vita di Mia Martini, è stata marchiata dalle calunnie. Quel “porta sfortuna“, si diffuse a macchia d’olio, diventando la sua disgrazia. Venne così allontanata da tutti, ed improvvisamente, si ritrovò sola ed abbandonata.
Un momento terrificante della sua carriera e della sua vita personale, da cui non si è ripresa mai più. Un’etichetta che le resterà incollata addosso per tutta la vita, fino alla tragica scomparsa, il 12 maggio del 1995, nel suo appartamento.

Perché a Mia Martini fu messa l’etichetta di porta sfortuna?

Una diceria nata dopo un concerto in Sicilia. Un concerto finito tardi, in cui la stessa Mia Martini, si era raccomandata con la sua band, di dormire nell’albergo pagato da lei, e di non far ritorno a casa. Ma i ragazzi, avevano pensato di continuare a viaggiare di notte. Quel viaggio però, non andò bene. Ci fu un incidente, ci furono dei morti ed i giornali, iniziarono a pubblicare foto degli spartiti di Mimì insanguinati, ed ad alludere che non avesse voluto pagare l’hotel. E’ bastato poco e la voce “Mia Martini porta jella” ha cominciato a girare negli ambienti dello spettacolo.
Altri episodi, poi fecero in modo, che tale insinuazione prendesse strada. Nel 1973, alla mostra della canzone, l’hotel dove alloggia Mia Martini prende fuoco, e tutti pensano a lei.

Tra le persone che la feriranno di più, ci fu l’amico Gianni Boncompagni. Una volta Mia Martini, fu ospite ad un suo programma. Appena entrò in studio, la stessa Mia Martini, sentì Boncompagni, che diceva alla sua troupe di stare attenti, in quanto poteva succedere di tutto, poteva esserci un blackout, potevano saltare i microfoni.

Cattiverie che la costrinsero a ritirarsi, nel silenzio più assoluto. Un destino deciso dalle cattiverie della gente, dai condizionamenti aberranti di un mondo, non sempre delicato ed affettuosamente armonico.

12 maggio 1995: muore Mia Martini

Il corpo di Mia Martini, fu trovato, nella sua casa a Cardano al Campo, vicino Busto Arsizio, il 12 maggio 1995. Era morta da due giorni e nessuno se n’era accorto. Venne trovata sul letto, con le cuffiette nelle orecchie, mentre ascoltava “Luna Rossa”, per prepararsi al suo nuovo impegno di lavoro, che l’avrebbe vista sul palco del Festival di Napoli, presentato da Mike Bongiorno.

photocredit: wikimedia.org/wikipedia

La Procura di Busto Arsizio, aprì un’inchiesta e dispose l’autopsia. Successivamente, la Procura della Repubblica archiviò il caso: “morte per arresto cardiocircolatorio”. La sorella, Loredana Bertè, dichiarò poi, che quel giorno, aveva ricevuto delle telefonate da Mimì, alla quale non aveva risposto. Non si è mai perdonata questa mancanza. Infatti, molti anni prima, Mimì, le aveva regalato uno dei primi telefoni cellulari. Il motivo di quel regalo, era strettamente legato alla voglia di sentirla più spesso, ma la Bertè, senza un perché, lo buttò. Quel giorno, il telefono di casa iniziò a squillare, ma la Bertè non rispose.

Quella sera morì Mimì, ed in Loredana, resterà sempre con il dubbio, di aver perso la telefonata della vita.

Marco Masini come Mia Martini

Marco Masini, ha raccontato i suoi anni di carriera più difficili in assoluto. Dopo i primi successi, come “Bella Stronza“, “Vaffanculo” o ancora “Disperato“, con il quale vinse la categoria Giovani a Sanremo 1990, Marco Masini fu infatti, anch’egli, vittima di alcune terribili malelingue.
Proprio come avvenuto a Mia Martini, Marco Masini fu infatti, accusato da molti appartenenti al mondo dello spettacolo, di portare sfortuna.

La cosa ebbe inizio, proprio come era successo per Mimì. Per lui, sarebbe successo per le canzoni che ha scritto.
Chi si identificava con le sue canzoni, pensava che sarebbero state d’aiuto, per uscire da un momento triste. Per altri, invece, la sua musica venne interpretata in modo diverso, visto che con le sue canzoni, esprimevano dei concetti negativi.

Una persecuzione, Masini non riusciva più neanche ad andare al bar, a bere un caffé. C’era gente che quando lo incontrava, si girava e si toccava. E così, un altro artista, aggiunto alla lista, indifeso e disarmato dinanzi a questa dicerie, che rappresentano un’arma letale.

La cosa degenerò, quando un ragazzo si tolse la vita e venne fuori, che negli ultimi istanti della sua vita stava ascoltando Masini. Molti furono i giornalisti, che scrissero sulle prime pagine dei giornali nazionali, legando le due cose.
In molteplici dichiarazioni, dichiara che il momento più buio, è stato nel 2001, quando al suo manager, arrivò una lettera con su scritto “La canzone di Marco è molto bella ma il suo artista emana energie negative“.

Ma questa storia ebbe un epilogo felice: l’artista continuò a scrivere e 3 anni dopo, vinse Sanremo, riprendendo in mano la sua carriera e la sua vita.

Da Mia Martini a Dalida

In questa classica, sembra essere ottemperata anche Dalida, pseudonimo di Cristina Gigliotti, cantante e attrice italo francese. Di lei, si racconta che portasse sfortuna innamorarsene. La storia parla chiaro: fu la donna di Tenco e di Morisse, un produttore discografico francese, ed entrambi morirono suicidi. Così come il secondo marito di Cristina.

Inoltre, non riuscì a diventare madre e poi un aborto, che la rese definitivamente sterile. Tutto questo dolore la spinse al suicidio, anche se le ragioni di quel gesto, non furono mai chiarite. Se le è portate con sé Dalida. Della sua morte, ne parlò tempo fa il fratello, spiegando che Dalida, aveva preparato il suicidio nei minimi dettagli.
Assurde coincidenze, che però hanno condotto, alla stessa sorte di Mia Martini.

Arisa: “vogliono farmi fare la fine di Mia Martini”

L’ultima ottemperata, al club degli “sfigati” parrebbe essere Arisa che, lo scorso anno, dedica sui social una trentina di righe , concernenti il rammarico, di non essere stata invitata ai Wind Music Awards.
In alcune sue righe sui social, dichiara che, al concerto di Radio Italia in piazza Duomo a Milano le sarebbe piaciuto esserci. Ma neanche lì è stata chiamata.
Poi tira in ballo la mancata partecipazione a Eurovision Song, nonostante la duplice vittoria a Sanremo.
E allora, cercando di darsi una spiegazione logica, scrive: “ci sono quelli fighi e quelli no“. Poi aggiunge: “come Mimì non mi ci fanno finire

Arianna Ilardi
Arianna Ilardi
"Porto i segni di una guerra che alla fine ho vinto io".