Michele Magliano è un giovane di soli 25 anni proveniente da Teggiano in provincia di Salerno che non smette mai di studiare e trovare il perfetto equilibrio, tra mente e corpo. Dottore in Scienze e Tecniche Psicologiche presso l’Università Niccolò Cusano è portavoce di messaggi motivazionali che riescono a spronare l’interlocutore affinché possa fare del proprio meglio in ogni circostanza. Questa volta, Michele Magliano, ha voluto affrontare ed analizzare come l’abbigliamento sia il linguaggio attraverso il quale si rende omaggio sia al luogo, sia all’ambito che rappresenta.
Infatti, l’importanza dell’abbigliamento nella nostra vita è maggiore di quanto possiamo pensare.
L’abbigliamento: il linguaggio attraverso il quale si rende omaggio sia al luogo, sia all’ambito che rappresenta
L’abbigliamento è il linguaggio attraverso il quale si rende omaggio sia al luogo, sia all’ambito che rappresenta. Il dress code non può essere quello da spiaggia, perché l’istituzione merita rispetto. Ci si trova in un ambiente educativo che merita adeguato riguardo e come tale, chi lo frequenta, deve adattarsi con consapevole sobrietà.
Il rispetto parte anche e soprattutto dal vestiario che è un linguaggio
Ricordiamo ancora una volta che il rispetto parte anche e soprattutto dal vestiario che è un linguaggio, attraverso il quale consapevolmente o inconsapevolmente si comunica un messaggio (spesso inconsapevolmente). Affermo ovviamente, con infinita certezza che la libertà di espressione, è SACROSANTA, altrettanto doveroso è il rispetto per il contesto e per il luogo in cui ci si trova, da parte di tutti, quindi, sia per il docente che per l’alunno.
Nessun preside pretende colletti rigidi e lucenti, oppure gonne al polpaccio e calze pesanti con 40 gradi! Nel mio umile parere è giusto vietare la gonna appena sotto i glutei, gli shorts inguinali, i top sotto il seno, oppure in generale, vestiti che mettono in mostra eccessivamente parti intime del proprio corpo, così come la canottiera e il look “da spiaggia”.
Il rispetto non è un concetto astratto
Sia chiaro, questo non è fare moralismo, oppure limitare la propria unicità fisica, o punire le legittime e umane vanità e imporre una visione unica dell’argomento, ma si tratta semplicemente di sana educazione. È mostrare ai ragazzi con serenità e discernimento che il rispetto non è un concetto astratto, ma che passa da comportamenti concreti, come adattare in modo intelligente l’abito al contesto. Nel mio umile parere è fondamentale la capacità di dialogare con i ragazzi e fare un meraviglioso gioco di squadra con le famiglie. Collaborare insieme, per crescere nuove generazioni capaci di comprendere le situazioni in cui si trovano, senza accettare ingenuamente e con limitatissimi filtri razionali, le false mode e tutti i comportamenti devianti che molti “Influencer” sui social network, propongono a milioni di ragazzini/e, incapaci di avere una sana ed equilibrata visione della vita.
(Servizio a cura di Alessandra Carelli)