Moda e natura: è possibile unire questi due universi?

Ispirandosi all'amore per le piante della Dickinson, l'industria si sta avvicinando ai ritmi lenti.

E’ stato creato un progetto espositivo di A.I. Artisanal Intelligence con l’ispirazione naturale grazie a Herbarium – il tutto è stato curato da Clara Tosi Pamphili e Alessio de Navasques – mostrato nell’ex Caserma Guido Reni dal 23 al 26 gennaio 2020.

Herbarium ha preso ispirazione da Emily Dickinson: era il 1845 quando la scrittrice inserì all’interno del suo personale erbario la cura scientifica. La natura e i suoi immensi segreti ha influenzato e arricchito la sua visione poetica della vita.

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La moda e la natura

Oggigiorno si parla moltissimo di riscaldamento climatico globale e inquinamento, purtroppo questo problema è provocato anche dalla moda e dai suoi ritmi serrati. Sarebbe saggio utilizzare fibre, tinture e colori che possano essere il più possibilmente sostenibili.

Il progetto A.I. ha come obiettivo quello di mettere al centro l’importanza dell’amore verso la natura, in particolar modo i fiori, come faceva la Dickinson. Il tutto avrà luogo in una piccola casa con un giardino avente gli interni ricchi di testi antichi e deliziose stampe botaniche. Le decorazioni all’interno della dimora sono state grazie all’intervento di Valentina La Rocca, la proprietaria dell’Antica Libreria Cascianelli e un prestito di 13 antiche teche erbari del Museo dell’Orto Botanico di Roma.

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Les doigts en fleur, simbolo di abbigliamento nel rispetto della flora

Il simbolo della collezione è un capo di Galitzine su immagine Dior appartenente della Sartoria Farani. La performace di Marina Viola Cavadini “Les doigts en fleur” vede dei tableaux vivants dove i modelli indossano accessori che riescono a far ‘godere’ il tatto e la vista.

Gli indossatori si mescolano perfettamente con le piante circostanti come una sorta di laboratorio in cui non sono necessarie parole ma solo gesti, azioni. Chiara Cavallo ha disegnato un gioiello in occasione di Keur Design 2 organizzato a Dakar da Eu National Institutes for Culture. In questo evento Cavallo è riuscita, assieme a 8 disegners europei e 16 artigiani senegalesi, a raccontare la bellissima esperienza vissuta con Serigne Bamba Guye e Ibrahima Diatta.

Maria Carola Leone
Maria Carola Leone
Maria Carola Leone, classe 1990. Laureata in Lingue e Letterature Moderne dell’Occidente e dell’Oriente – Curriculum orientale (Arabo, Ebraico e Francese) con votazione 110/110 e lode. Parla correttamente 5 lingue: inglese, francese, spagnolo, arabo ed ebraico. Da sempre sostenitrice dell’arte e della cultura intraprende il suo percorso da culture-teller a 11 anni quando pubblica il suo primo articolo giornalistico sul quotidiano ‘La Sicilia’. Continua a scrivere fino a quando nel 2012 entra a far parte della condotta Slow Food 570 diventando Responsabile dei Progetti educativi, editoriali e culturali collaborando attivamente e con serietà al progetto. Attualmente è Docente di Lingue Straniere presso una scuola superiore di Palermo, si occupa di Digital Marketing, Traduzioni e sottotitolaggio e collabora per la Condotta Slow Food di Palermo.