una memoria storica-culturale della città di Palermo
Erano i primi anni del XVII secolo quando il Viceré di Sicilia, il Conte Francesco Di Castro, sollecitato dal Generale della squadra delle Galere di Sicilia – Don Diego Piméntel – decise di offrire alla città di Palermo un nuovo arsenale. Questo doveva essere costruito nelle vicinanze del molo del porto (la costruzione fu ultimata circa un decennio avanti). Il progetto di lavorazione fu affidato alle sapienti menti dell’architetto del senato palermitano Mariano Smiriglio il quale nominò il capomastro Antonio Viterbo.
Gaspare Palermo, noto storico siciliano, all’interno della “Guida Istruttiva per Palermo e dintorni” del 1816 afferma quanto tale: “il 24 gennaro del 1620 l’Arcivescovo della città, Cardinale Doria, con una solenne funzione religiosa benedisse la posa della prima pietra del fabbricato, effettuata dalla Viceregina, Duchessa de Castro”.
Il progetto fu completato nel 1630 sotto il Viceregno del Duca di Albuquerque Francesco Fernandez de la Cueva. In quel periodo il potere di Filippo IV di Spagna, questa notizia è testimoniata dalla tabella in marmo presente sulla facciata che recita quanto segue: ”Philippi IV Hispaniarum, utriusque Siciliae regis III, auspicis augustis, navale armamentarium inchoatum perfectum, An. Salutis MDCXXX”.
Vi è una seconda costruzione che si trova in Via Cristoforo Colombo possiede un’architettura severa composta da due ordini. Il piano terra possiede una fila di sei archi a volta dov’erano impostate le imbarcazioni in legno per poi essere varate; il primo piano era formato da cameroni in sequenza con una cornice marcapiano, una serie di sei finestre a edicola classica in asse con gli archi sottostanti. Nel progetto originario quest’edificio avrebbe dovuto ospitare la dimora dei Generali delle Galere e alcuni uffici. Si accedeva da una scala posta nella stanza all’interno del primo arco di sinistra all’interno della casa.
La “Fabbrica della Real Marina” non riuscì a produrre molte navi per via della mancanza di legname adatto alle dimensioni grandi. L’arsenale rimase attivo fino al 1797, quando una parte di esso venne adibita per serraglio ordinario dei condannati dalla giustizia alla pena del remo e della catena. La sua destinazione a bagno penale durò per diversi anni del XIX secolo. Nel 1861 fu sede di un ufficio postale per la corrispondenza via mare e successivamente deposito di materiali vari dell’attiguo Cantiere Navale di Palermo fondato dalla Famiglia Florio.
I bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale riuscirono a danneggiarlo gravemente anche se è quasi integra la facciata.
Nel 1998, grazie a una convenzione, l’immobile è stato dato in uso a un gruppo di cittadini costituitisi in un comitato denominato “Pro Arsenale” che lo ha parzialmente recuperato realizzando un percorso espositivo sul mare.
Dal gennaio del 2013 la gestione dell’Arsenale, destinato a diventare il primo Museo del Mare della Regione Siciliana, è stata assegnata alla Soprintendenza del Mare che al suo interno sta portando avanti numerose attività di promozione e valorizzazione del “Mondo Mare“.