Non tutti aspettano Babbo Natale: c’è Santa Lucia

Santa Lucia Svezia

Prima di Natale, il 13 dicembre, si festeggia Santa Lucia: la martire siracusana vissuta nel III secolo che incarna il simbolismo solstiziale.

 

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Lucia venne effettivamente martirizzata a Siracusa durante la persecuzione di Diocleziano, ma è difficile stabilire le accuse che gli vennero mosse e come avvenne il suo martirio in quanto le vite dei santi dei primi secoli presentano spesso dei tratti standardizzati. Molti testi agiografici sostengono che la morte della bella e ricca siracusana che decise di distribuire tutti i suoi beni ai poveri avvenne il 13 dicembre.
Come osserva Alfredo Cattabiani nel suo libro Calendario, quella del 13 dicembre è una data “ che nella prima metà del secolo XIV coincideva con il solstizio d’inverno a causa dello sfasamento tra anno solare e calendario giuliano… Già il suo nome evocava la luce…significava originariamente «nata nelle prime ore del mattino» oppure «durante il giorno». Tradotto nel tardo greco – la lingua della Sicilia orientale – in Lukía, venne a poco a poco a significare nell’ambiente cristiano segno e promessa di luce spirituale. Il nome ispirò probabilmente il suo patronato sulla vista che qualche agiografo ha collegato a un episodio leggendario posteriore alla passio, secondo il quale la fanciulla, per non cedere alle suppliche del fidanzato, si sarebbe strappata gli occhi. Ma l’episodio non è certo il più adatto a giustificare il suo patronato. Quando la festa coincise con il periodo solstiziale… la sua figura divenne anche promessa e segno di luce materiale: annuncio della fine delle tenebre invernali, dei futuri giorni più chiari.”
Nuove leggende sulla Santa si sono diffuse nel Medioevo in tutta la nostra penisola e sono state accompagnate da usanze che si sarebbero mantenute in vita fino ai giorni nostri. E’ in età medievale, ad esempio, che Santa Lucia diviene una portatrice di doni assumendo dunque fattivamente la funzione solstiziale, funzione ricoperta anche della Befana, dal Bambino Gesù e da San Nicola.
A Lenna, in provincia di Bergamo, un tempo sotto la dominazione veneziana, è ancora viva l’usanza di aspettare, nella notte fra il 12 e il 13 dicembre, Santa Lucia che, cavalcando il suo asinello, porta i regali ai bimbi. Si è persa invece l’usanza di legare dei dolcetti ai lacci delle scarpe che venivano lasciate sul davanzale della finestra della cucina accanto al fieno per l’asinello.
Il 13 dicembre è festeggiato anche in Danimarca e Svezia.
“C’è un legame particolare tra l’Italia e la Svezia… Le origini della celebrazione di Santa Lucia in Svezia risalgono al tardo Medioevo. Ovunque, nel nostro paese, c’è una Santa Lucia che va nelle famiglie, nelle scuole, negli asili, nei negozi e porta la luce. Si festeggia con i biscotti allo zenzero e il vino caldo, con la luce e le canzoni natalizie…le persone avevano paura della notte, si riunivano e vegliavano contro il buio con le candele, avevano il fuoco per cacciare gli spiriti maligni…Le ragazze vestite di bianco o un altro colore chiaro, simboli dell’innocenza, dovevano conquistare gli spiriti maligni. Con l’arrivo della cristianità, quando si scoprì di una Santa della luce, le feste pagane furono vietate. Le tradizioni si sono quindi mescolate, sono diventate un rito cristiano basato sulle antiche radici”.Con queste parole l’ambasciatore di Svezia Ruth Jacoby ha commentato l’evento che ha portato a Roma la festa svedese di Santa Lucia.
Ci sono bambini in Italia come in Svezia che non aspettano Babbo Natale perché hanno già ricevuto dei doni da una bella fanciulla e che, ignari della sua figura storica e del simbolismo che incarna, continuano a ripetere filastrocche e gesti antichi. Questi bambini sono la dimostrazione che, forse, non è vero che oggi “la festa – come afferma Alfredo Cattabiani – non ha più l’intensità e la magia d’un tempo.”

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