Omicidio Vannini: aperta una petizione

Una petizione sul web per chiedere giustizia per la morte del giovane ventenne.

Omicidio Vannini: aperta una petizione

La condanna a 5 anni per per Antonio Ciontoli, per l’omicidio del fidanzato della figlia, Marco Vannini è al centro delle polemiche negli ultimi giorni. Alle polemiche del web si è aggiunta anche quella del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che ha commentato il con un video sulla sua pagina Facebook quanto accaduto in aula martedì 29 gennaio quando è avvenuta la lettura della condanna a 5 anni per Antonio Ciontoli, accusato dell’omicidio del 20enne di Ladispoli, Marco Vannini. I famigliari della vittima si erano avventati contro la decisione della Corte d’Appello di ridurre la pena del Ciontoli, condannato in primo grado a 14 anni di reclusione.

La madre del giovane, Marina Conte, ha urlato: “Questa sentenza non è stata pronunciata nel nome del popolo italiano, non certo nel mio. Vergogna”. Interrompendo la lettura della disposizione della sentenza il magistrato ha risposto alla donna: “Se volete andarvi a fare un giro a Perugia ditelo”.

Omicidio Vannini: aperta una petizione

- Advertisement -

Le parole del magistrato e la condanna ridotta a 5 anni, hanno indignato anche il web che si è schierato dalla parte della famiglia lanciano nei giorni scorsi una petizione online su Change.org che ha già raccolto 180mila firme. La petizione (cliccare qui per firmare) è indirizzata al ministro della Giustizia affinché venga riesaminato il caso e quindi data una giusta condanna al colpevole.

Sul caso era intervenuta anche il ministro della Difesa Elisabetta Trenta con un post su Facebook. “Non posso entrare nei meriti della sentenza giudiziaria, poiché esula dalle mie competenze e prerogative, ma una cosa la posso fare: il mio impegno, il mio massimo impegno, fin quando sarò io a guidare il Ministero della Difesa, affinché al signor Ciontoli non sia concesso il reintegro in Forza Armata. Ho già in questo senso dato disposizioni alle competenti articolazioni della Difesa”. Ciontoli è un sottufficiale della Marina distaccato ai servizi segreti.

- Advertisement -

Il giovane Vanini è stato ucciso con un colpo di arma da fuoco mentre si trovava a casa della fidanzata. Infatti, Ciontoli è il padre della fidanzata, Martina. Il proiettile avrebbe colpito il ventenne al braccio attraversando torace, polmone destro e cuore conficcandosi in una costola che avrebbe poi provocato la morte. Quella sera in casa era presente anche Martina anche se è stata assolta.

Omicidio Vannini: aperta una petizione

Ancora molti gli elementi da analizzare per meglio capire cosa è realmente accaduto quella sera. Durante l’interrogatorio dell’ottobre 2015, Ciontoli aveva raccontato di aver mostrato la pistola al giovane che alle 23:20 mentre Marco si trovava nella vasca da bagno e che il colpo sarebbe partito accidentalmente mentre il Ciontoli cercava di prendere l’arma che era scivolata dalle mani. Una versione che non aveva convinto la pm.

Il Ciontoli ha poi rilasciato tre diverse dichiarazioni piene di continue contraddizioni. Il 26 ottobre 2017 l’uomo ha ammesso di essersi reso conto che il colpo era partito. Inoltre, quella sera il 118 venne allertato solamente dopo venti minuti dall’avvenuto sparo. A chiamare i soccorsi, il figlio del Ciontoli, Federico: “C’è un ragazzo che si è sentito male. Di botto è diventato bianco, non respira più. Probabilmente uno scherzo, si è spaventato tantissimo e non respira più”

Nell’intercettazione della telefonata si ode anche le urla in sottofondo della madre e la telefonata viene poi annullata. Dopo altri 20 minuti, è lo stesso Antonio a chiamare il 118 dicendo: “Un infortunio in vasca, è caduto e si è bucato un pochino con un pettine”. Alle 3:10 il decesso del giovane dopo ore di agonia.