Palermo: “Fuori i sessisti dall’Università”

Un dottorando pubblica sul blog dell’Università una classifica di studentesse in base alle “misure”. “Ma non chiamateci vittime”, è la replica

Un dottorando di ricerca del Dipartimento di Economia, dell’Università di Palermo, mette on line una classifica di studentesse in base alle caratteristiche fisiche, corredato di dettagli anatomici, per i meno dotati di fantasia.

Un tempo erano i numeri di telefono scritti sulle pareti delle stazioni ferroviarie, delle cabine telefoniche o dei bagni scolastici.

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Ora è con il blog dell’Università, che si mettono in campo le molestie più subdole.

Contro il sessismo in Università, il Collettivo Medusa

E le studentesse non ci stanno. Dopo l’ultimo episodio, le giovani del Collettivo Medusa si sono riunite ieri pomeriggio: erano un centinaio tra studentesse, docenti, dottorande prorettrici e associazioni studentesche. Ma la partecipazione è stata estesa anche a chiunque volesse chiaramente dire basta agli episodi sessisti.

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La denuncia ad ottobre, ma la lista è on line da febbraio

La denuncia alla comunità studentesca arriva il 24 novembre, ma la lista era stata pubblicata, per la prima volta, nel febbraio scorso e aggiornata di volta in volta. Una ragazza, finita nell’elenco, aveva finalmente trovato la forza di farsi avanti “dopo aver evitato per giorni di percorrere viale delle Scienze (la cittadella universitaria di Palermo, ndr), per la vergogna”.

L’elenco pubblicato sul blog dell’università e su WhatsApp

L’autore del disgustoso vademecum, aveva anche messo in rete il dettaglio, pubblicandolo sul blog universitario e diffondendolo anche sui gruppi WhatsApp.

Basta con la narrazione delle vittime – ha dichiarato nella sua introduzione Anna Taibi, studentessa di Beni Culturali, tra le promotrici dell’iniziativa – le dottorande rischiano di subire una doppia violenza: prima per essere finite, oggettificate, in una lista sessista; poi per essere state narrate come incapaci di reagire”.

Stanato il colpevole e costretto alle scuse

Le ragazze, invece, avevano reagito. Eccome. Avevano stanato il dottorando che, nel frattempo si era stabilito fuori dell’Isola, e lo avevano svergognato pubblicamente, costringendolo alle scuse.  

“Da ora in poi l’attenzione sarà ancora più alta – spiega all’assemblea Beatrice Pasciuta, prorettrice alle Pari Opportunità –  vogliamo mettere a disposizione strumenti per le donne che subiscono varie forme di violenza dentro l’ateneo”.

“Fuori i sessiti dall’Università”. Ma non chiamateci ‘vittime’

“Evitare la vittimizzazione non significa negare l’accaduto – è l’opinione diffusa tra le intervenute all’assemblea –  ma lavorare alla costruzione di una comunità solida che possa essere un supporto, che possa fornire gli strumenti di costruzione di spazi di autonomia, autodeterminazione e consapevolezza per le donne”. 

Dietro le spalle della presidenza e lungo tutto il viale delle Scienze, un messaggio chiaro per tutti: “Fuori i sessisti dall’Università”.