Negli ultimi mesi si è parlato sempre più insistentemente di rincari e d’un innalzamento degli indici d’inflazione che stanno rivoluzionando l’assetto sociale. In particolare l’attenzione dei vertici governativi è stata rivolta nei confronti dei costi dell’energia e del gas per cui stanno concordando una soluzione conveniente e comune ai vari paesi europei.
C’è da dire che anche il costo d’alcune materie prime sta influendo notevolmente sui bilanci famigliari. Fra questi il prezzo del pane il cui aumento non è legato solo all’effetto della guerra Ucraina- Russia. E’ stato infatti rivelato d’Altroconsumo che il costo del pane lievitato è aumentato di oltre il 30% negli ultimi dieci anni. Un dato che non va sottovalutato e che tiene conto di alcuni dinamiche non solo puramente economiche.
Dal panificio di quartiere alla grande distribuzione l’aumento del prezzo del pane riguarda tutti anche se in modo e percentuale diverse. Secondo i dati rilevati d’Altroconsumo i piccoli fornai hanno aumentato il costo dei loro prodotti, lavorati o meno, di circa il 50 % nell’ultimo decennio mentre ipermercati e discount hanno alzato il prezzo da 1,96 euro a 3,64 euro, con un incremento dell’86%.
Prezzo del pane diverso a seconda della città
Altroconsumo ha anche affermato che oltre che la diversità tra panifici e supermercati, che per l’associazione restano più convenienti, va rilevata la città in cui il prodotto viene venduto. Il prezzo al chilo tra pane di semola di grano duro a quello tenero o anche integrale che solitamente è il più caro cambia a seconda della località di commercializzazione.
Da un centro urbano all’altro ci possono essere variazioni anche del 50 %. Ad esempio Altroconsumo ha posto l’attenzione sul fatto che a Napoli il prezzo medio al chilo di pane è di poco superiore ai 3 euro (3,05) mentre a Milano sfiora i 5 (4,85) e a Bolzano è di più di (5,01 ).
