A Parigi si può cominciare a volare attraverso delle foto, scattate da un maestro della fotografia: “Brassai, pour l’amour de Paris”, così si intitola la mostra dedicata a lui e…alla capitale francese, aperta fino al 28 giugno ’15.
Brassai amava in modo inequivocabile Parigi. cominciò a scoprire la capitale francese nella sua infanzia: era la Parigi della Belle Epoque, di Marcel Proust, degli artisti, gli intellettuali, delle belle donne….
“Ho molti ricordi-scrisse”della Parigi del 1900…” quella delle carrozze, dei cavalieri e delle cavallerizze… Sugli Schamps Elysèes c’erano solo “palazzine signorili”. Una delle sue più grandi emozioni fu “l’incontro con il vero Buffalo Bill…con il suo circo gigantesco ai piedi della Tour Eiffel….“: da questo momento esplose la sua “passione per i saltimbanchi…”
Egli cercò la Parigi del ‘900 e quello che rappresentava in tutti i modi: attraverso stampe, libri, luci, posizione dei personaggi…Ecco le passeggiate a cavallo , i boulevards affollati, l’eleganza…Entriamo nelle Parigi delle feste in cui attraverso mirabili giochi di luce riuscì a spezzare il cielo cupo della città. Per seguire la sua passione frequentò gli ambienti dell’alta società, le corse a Longchamp, dove sfilavano i più eleganti modelli della moda femminile, che veniva portata ad esempio in tutta Europa, oppure l’uscita da teatro, in “Galà all’Opera”(1935-36)e “Donne eleganti in limousine di lusso”(1931-32). Si autoritrasse nel mezzo di una piazza.
Ai giardini del Lussemburgo lo affascinaronoi bambini che cercavano di far navigare nel lago una piccola barca a vela, un bimbo piccolo che contemplava i palloncini del venditore ambulante, una pupa affacciata ad una sbarra su una chiatta…Nel 1940 invece fissò il suo scatto sui “Bambini rifugiati”, dagli sguardi inconsapevoli, in cerca di un “perchè”…La sua arte si rivela nel saper cogliere i riflessi del sole attravero gli alberi di un viale, finchè arriva l’inverno e la neve che tutto imbianca: anche “Il leone del Jardin des Tuileries”(1947). Tra i personaggi più noti fissò con uno scatto da Mazim’s: Joe Kennedy e sua moglie, Marie – Laure De Noailles sul palco , mentre cantava (fine anni’40), “La Dame de chez Maxim’s”, con una sottoveste ‘800 in pieno contrasto col turbante nero di sbieco… e nelle carrozze a Longchamp il signore con turbante, occhialino e sigaro che legge il giornale…Ecco la moda degli anni’30 negli eleganti abiti da sera di “la Soirèe dentelle al musèe d’art moderne”(1937) e “Christian Berard in maschera“.(1946) Non manca il simbolo intramontabile di Parigi, la “Tour Eiffel esposizione uniersale del 1937” scintillante di fuochi d’artificio e, in un’altra foto, completmente illuminata di…stelle.
Entriamo poi nella “Parigi degli anni folli”: i locali notturni come “Gisele al Boule Blanche”(1932), una esplosiva ballerina, e le tra dame semiaddormentate,”Kiki de Montparnasse e le sue amiche”, o il superbo ritratto di “La Mome Bijo” dama d’altri tempi il cui sguardo fiero e diretto, sconcertante, degli occhi cerchiati, parla da se oltre e più di tutto il resto: dal cappello alle mani intrecciate di perle completamente inanellate.
Parigi città dell’amore: dunque non potevano mancare “Il bacio” e “La coppia”,”Innamorati al Bistrot” e il sorriso affascinante delle ragazze in “Coppia alla balera Quatre Saisons”. In amore si litiga anche: ecco la”Coppia imbronciata alla Balera Quatre Saisons”, , mentre in un altro scatto è mirabile l’estasi del volto di lei…Girovagava anche nella Parigi più oscura e malfrequentata pur di catturare l’umanità in ogni suo aspetto, anche balordo o inquietante…
L’obiettivo della fotografia è “sgomberare la visione dallo strato di abitudini…” Così accanto a foto di duchesse appaiono quelle di ragazze e ragazzi da strada. A rappresentare questa città della notte è un fulmine che si scatena su Parigi, illuminando il cielo sopra la sagoma cupa delle case in “Lampo su Parigi”.
Siamo negli anni’30 e tra i vecchi mestieri c’era ancora quello del “lattaio”, che nelle prime ore del mattino, muoveva già il suo carretto…. e la sera, quello del “lampionaio” che andava ad accendere i lampioni…Quando di notte una parte della città dormiva c’era ancora chi lavorava: così fissò il suo scatto su un” facchino “a Les Halles”e sul vecchio macellaio con gli occhi chiusi dalla stanchezza e un sigaro in bocca…
Lo sguardo si riapre sulla luce dei riflessi sulla Senna vista da dietro gli alberi ne “Il Pont Neuf”. Le luci dei lampioni di notte si riflettono nel fiume come tante fiammelle…, mentre in un’altra foto, immersa nella nebbia davanti ad un pallido sole, si staglia la sagoma della statua de “Il Maresciallo Ney”. Sfila così la bellezza della città illuminata davanti agli occhi: la Senna e la Conciergerie, la veduta di Parigi da Notre Dame con uno dei suoi diavoloni, mentre la mente torna col ricordo a Quasimodo di Victor Hugo, la tour Sainte Jaques. Place de la Concorde- una fosforescenza di luci- il tramvia degli anni’30,la scalinata di Montmartre bianca di neve, l’Arco del Trionfo,il cimitero di Montmartre e…Parigi con la pioggia...”Pare che Parigi con la pioggia abbia un profumo particolare: dicono siano le castagne bagnate” rivela nel film “Sabrina” una giovanissima Haudry Hepburn…Così ecco la distesa di ombrelli aperti in Rue de Rivoli…
Brassai incontrò Picasso, che gli affidò il compito di fotografare la sua opera scultorea… Ecco “Jean Morosis che posa per Picasso”, un’opera teatrale del pittore, il cane Kazbek, il bellissimo fenomeno dell’ “Estasi”, una donna dormiente,” Simone de Beauvoire al Cafè Flore”-insuperabile lo sguardo lucido che pensa nel tentativo di scrivere.
Amava il circo: così sotto la luce delle lampade compaiono i trapezisti del “Circo Medrano””, due meravigliosi esemplari di bianchissimi cavalli, la ruolotte sulla neve… e donne che formano un Arcobaleno alle “Les Folies Bergere”.
Infine immortalò le ballerine col tutù dietro le quinte de l’Opera’, forse in onore di Degas….
Grazia Paganuzzi