Il pubblico ministero Massimo Mannucci ha chiesto l’ergastolo in rito abbreviato per Fausta Bonino l’infermiera di 57 anni accusata di omicidio volontario aggravato per le 10 morti sospette accadute tra il 2014 e il 2015 all’ospedale di Piombino nel reparto di rianimazione. Concludendo cosi la prima parte dell’udienza.
L’inchiesta
L’infermiera di Livorno è accusata di aver pianificato e causato la morte di dieci persone mediante l’iniezione di dosi letali di eparina, un potente anticoagulante che si trova facilmente nelle strutture sanitarie. La donna fu arrestata tre anni fà.
I casi presi in esame dalla Procura della Repubblica di Livorno sono dieci e risalgono tutti al periodo che va dal settembre del 2014 allo stesso mese del 2015. Per l’accusa quelle morti furono causate dall’uso “deliberato e fuori dalle terapie prescritte” di eparina in dosi tali da “determinare il decesso” provocato da improvvise emorragie. La svolta nelle indagini risale a marzo del 2016 dopo una serie di morti sospette viene arrestata dai carabinieri dei Nas.
Successivamente nell’aprile del 2016 il tribunale di Firenze decide di annullare la custodia cautelare e la donna viene rilasciata. Le indagini intanto continuano e nel dicembre del 2017 tramite una serie di esami si scopre che le dosi di eparina sono compatibili con la morte dei dieci pazienti. Il primo giugno del 2018 la Procura della Repubblica di Livorno chiude le indagini e Fausta Bonino – nel frattempo sospesa dall’Asl – viene accusata di omicidio plurimo aggravato.
L’infermiera si proclama innocente
L’infermiera Bonino da sempre si è proclamata innocente, ha riferito in lacrime dopo la sentenza in tribunale “Io l’unica cosa che posso dire è che non ho fatto nulla. Cose che non ho mai fatto, è stata dura ascoltarlo – “Io mi sono sempre comportata bene è impossibile che sia finita in questo incubo”. La difesa della donna ha chiesto e ottenuto di poter accedere al rito abbreviato. L’avvocato difensore Cesarina Barghini ha commentato “ma noi abbiamo i margini per rispondere”. La difesa intanto si prepara per la prossima udienza che è fissata il 22 marzo, mentre il 5 aprile sono in programma le eventuali repliche e la sentenza.
Indagato anche il primario di rianimazione Michele Casalis
Per il pubblico ministero Massimo Mannucci che ha coordinato le indagini ad essere coinvolto nell’inchiesta e’ anche Michele Casalis, 52 anni, primario del reparto di rianimazione e anestesia dell’ospedale Villamarina, a sua volta indagato per omicidio colposo poiche’ non avrebbe vigilato adeguatamente, gli vengono contestate negligenza, imperizia e violazione dei protocolli terapeutici.