Quando l’incisione su pelle è arte: mostra sui tatuaggi a Londra

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Celebrazione del tatuaggio, intesa come forma artistica su pelle

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Mostra a tema a Londra

Nella storia di questa espressione oggi riconosciuta come artistica al top ci sono: Ed Hardy, Horiyoshi III, Paul Booth, Rose Hardy, Chris Garver, Ami James e Mister Cartoon.

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Londra li celebra nella prestigiosa sede della Somerset House, dal 3 luglio al 5 ottobre, con ingresso gratuito, con la mostra a tema Time: Tattoo Art Today.

Un vero e proprio evento, che per la prima volta intende indagare il tatuaggio non solo quale pratica dagli interessanti risvolti antropologici e sociali, ma anche come pura espressione artistica.

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L’esposizione, prodotta, lo ricordiamo, da Tattoo Life Production – la casa editrice internazionale leader nel settore – insieme alla Somerset House, presenta al pubblico il linguaggio visivo del tatuaggio, i suoi caratteristici codici grafici, gli stili e le iconografie di maggiore impatto.

Il tatuaggio entra in una sede espositiva, ‘abbandonando’, almeno per questa volta, quella che è la sua sede naturale, ovvero la pelle e riversandosi, in questa occasione, su tele, installazioni, sculture, pannelli e carta, per un totale di 70 opere, tutte commissionate agli artisti dai due curatori, l’artista e tatuatrice Claudia de Sabe (italiana di origine e londinese di adozione) e Miki Vialetto (direttore della casa editrice Tattoo Life Production).

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E il tema del percorso espositivo è stato il tempo (TIME), indubbiamente uno dei concetti più rappresentati e rappresentativi, di per sè, nel tatuaggio, legato alla sua stessa duplice natura: un tatuaggio è per sempre, ossia dura per tutta la vita di chi decide di farselo incidere sulla pelle; ma è anche indissolubilmente legato a quella che purtroppo è la realtà effimera, transeunte, dell’uomo e non alla dimensione eterna dell’arte.

Il tempo è qui inteso (ma non solo qui) come morte, come passaggio, come sovrano assoluto della vita, della bellezza e della realtà…

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E il tempo in questo percorso particolare acquista il volto di una giovane donna chicana nel fiore della sua bellezza (lo stile chicano è quello nato tra le strade e le gang della West Coast americana – tra Los Angeles e il Messico – caratterizzato dalla linea sottile e da sfumature simili a quelle realizzate con la matita, in bianco e nero; è uno dei più amati dal tatuaggio contemporaneo); è la divinità indu Kali, rappresentatrice del tempo e della morte; è l’installazione di un teschio umano; è una donna/ormai teschio che si specchia in cerca della propria bellezza, è la personificazione della morte in uno scheletro sorridente del Dia de los Muerto (festa in Messico della celebrazione della morte e della rinascita).

Ma è lo sbocciare e lo sfiorire di una rosa, un orologio che diventa relitto del tempo, una clessidra contrassegnata da cuori sacri etc…

Molta della cultura e delle tradizioni più antiche del mondo sono qui celebrate, assurgendo ad autentici simboli trasversali a paesi e luoghi di origine per entrare a fare parte del linguaggio apolide e atemporale del tatuaggio.

Oltre alle opere in mostra, troviamo anche una serie di strepitose fotografie e di video, che riavvicinano il tatuaggio alla sua sede principale, la pelle, con il preciso intento, appunto, di non trascurarne affatto l’origine, l’odore di inchiostro e quello che è il suo supporto originale: l’uomo e il suo corpo.

“Oltre 40 anni fa ha avuto inizio quella che storicamente possiamo considerare come l’evoluzione artistica del tatuaggio. Don Ed Hardy, (tatuatore di San Francisco oggi riconosciuto come artista a livello mondiale) è stato il pioniere di questa nuova forma d’arte. Ha proposto un tipo di tatuaggio che andava ben oltre il semplice stencil (foglio di carta) appeso nei vecchi e tradizionali tattoo shop, allontanandosi da quella vecchia generazione di tatuatori “artigiani” che si limitava a ‘seguire’ la traccia di uno stencil riportandolo dalla carta alla pelle per eseguire un tatuaggio.

Negli anni ’90, si è assistito, soprattutto in Europa e in America, a un cambiamento che è stato definitivo.

Gli attori sulla scena del tatuaggio sono divenuti una nuova leva di artisti con un background nel disegno e nella pittura che è emerso sempre più prepotentemente nel tatuaggio.

Sono cambiati gli stili e si sono differenziati in modo netto: lo stile realistico ha preso sempre più piede in Europa, si è spinto sempre più in là, arrivando oggi a un’interpretazione iperrealistica.

Dalla West Coast americana è arrivato poi il cosiddetto stile della strada, del dollaro, della donna-femmina e delle gang del ‘fine line’ chicano.

Dal Giappone, invece, il tradizionale stile irezumi ha visto nascere interpretazioni sempre più legate a una visione occidentale e realistica dei soggetti.

E tutto questo può essere contemplato nella mostra.

Una tappa importante, dunque, quella di riconoscere un’identità artistica al tatuaggio, che viene qui celebrato come vera e propria forma di arte contemporanea.

E numerose, in realtà, sono state, in questi ultimi vent’anni, le mostre a tema, dedicate al tatuaggio concepito da un punto di vista storico, sociologico ed antropologico.

Molte poi sono state le esibizioni di solo show di tatuatori che hanno avuto, in alcuni casi, occasioni di presentarsi in sedi altrettanto prestigiose.

Ma il lato inedito della mostra organizzata alla Somerset House sicuramente risiede nel fatto di essere riuscita a riunire oltre ben 70 rappresentanti e autori di questo grande cambiamento in una sede così importante e riconosciuta a livello internazionale”, ha dichiarato, a tale proposito, Miki Vialetto, il curatore della mostra.