Quarant’anni fa il sisma che devastò l’Irpinia, ricostruzione lenta e soccorsi in ritardo

Il 23 novembre del 1980 un sisma di magnitudo 6,9 devastò l'Irpinia, la Basilicata e la Campania

Quarant’anni fa il 23 novembre del 1980 l’Italia fu travolta da un terribile terremoto il cosiddetto sisma dell’Irpinia di magnitudo 6.9 che colpì tutta la provincia di Avellino, la Basilicata la Campania e buona parte della provincia di Foggia. Negli occhi della gente ancora vividi sono i ricordi di quella tragedia che causò oltre 3mila morti, 8mila feriti e 300 mila sfollati.

Erano le 19.34 del 23 novembre 1980

La terra tremò alle 19.34 con un terremoto di 6.9 richter (decimo grado della scala mercalli) portando devastazione e morte. I comuni più vicini all’epicentro Sant’Angelo dei Lombardi, Lioni, Conza della Campania, Castelnuovo di Conza, Santomenna, Laviano, Muro Lucano furono quasi rasi al suolo. Le tre province più colpite furono Avellino (103 comuni), Salerno (66) e Potenza (45 comuni). Simbolo della tragedia resta il crollo del soffitto della chiesa Madre di Balvano (Potenza) che seppellì 66 persone tutti bambini e ragazzi.

Oltre 20 mila alloggi furono distrutti e non recuperabili mentre in 244 paesi subirono gravissimi danni o danni medi. I soccorsi partirono in ritardo tanto che il Presidente della Repubblica di allora, Sandro Pertini, denunciò fortemente il ritardo e le inadempienze dei soccorsi, che sarebbero arrivati in tutte le zone colpite solo dopo cinque giorni. Ritardi dovuti alla difficoltà di transitare con i mezzi di soccorso nelle aree colpite per il crollo di ponti e strade d’accesso fondamentali per raggiungere i paesi. Furono allestiti in un primo momento dei campi all’aperto in tenda dove gli sfollati si accamparono. Successivamente molti furono spostati in alcuni vagoni ferroviari, in roulotte e infine nei prefabbricati, 11mila container e oltre 26mila prefabbricati. Molti paesi stranieri si attivarono per portare aiuti, personale militare e specializzato, in soccorso alla popolazione.

Fu approvata una legge per aiutare a ricostruire con ingenti finanziamenti

La ricostruzione delle case è stata molto lenta e ancora oggi non è stata completata del tutto. Nel novembre di quello stesso anno il Parlamento approvò la legge 219 destinata agli enti locali che prevedeva ingenti somme non solo per la ricostruzione ma anche per lo sviluppo economico delle aree terremotate.

Oggi, seppur con ritardi e lentezza, l’opera di ricostruzione è stata quasi ultimata soprattutto in Campania e in Basilicata mentre lo sviluppo industriale non riesce ad emergere del tutto.

Ambra Leanza
Ambra Leanza
Articolista freelance, appassionata di viaggi, lettura e scrittura