Il centro di questa storia è la discriminazione.
Ma non stiamo parlando di religione, né di razza, né tanto meno di sesso, stiamo parlando di discriminazione di “peso”.
Tutto accade un sabato, a Salerno, davanti ad una discoteca.
Una solare, affabile e bella ragazza, Barbara Scannapieco, 25 anni, con i suoi amici si presenta all’ingresso della discoteca e per tutta risposta le viene vietato l’accesso.
Questo il racconto di Barbara “Quando sono arrivata al locale, poco prima dell’una, il PR dinanzi l’ingresso mi ha semplicemente detto che non avrei potuto prendere parte alla serata, senza darmi alcun’altra spiegazione. Ho sentito il mio amico alterarsi nei confronti del PR che gli ha risposto che io non avrei potuto accedere alla struttura perché, a causa della mia stazza, avrei rovinato l’immagine del locale. A quel punto gli ho urlato qualcosa e me ne sono andata via».
Continua dicendo “Ero ben vestita, truccata, pettinata. L’unica cosa che non posso concedermi sono i tacchi perché non riesco a portarli. Sono stata discriminata semplicemente perché secondo loro peso troppo e non sono adatta”.
Ora la domanda nasce spontanea: ma la discoteca in questione è consapevole che il suo personale non è adatto alla sua utenza?
Ai clienti l’ardua sentenza!