Ricordando Enzo Baldoni

baldoniDieci anni fa moriva Enzo Baldoni per mano dell’Esercito Islamico. Tante polemiche e un’unica certezza: Baldoni era un giornalista diverso, uno che cercava la verità tra la gente e per la gente.

Era il 26 agosto del 2004 quando L’ Esercito Islamico in Iraq annunciò la morte di Enzo Baldoni.

Un giornalista freelance, un pubblicitario, un blogger, un volontario della Croce Rossa. Tante cose insieme che facevano di lui un reporter di guerra diverso, speciale. Baldoni non era andato in Iraq per dire la sua e per riportare la notizia, il fatto, men che meno per dire la sua l’opinione. Voleva capire, chiedere a chi la guerra la viveva ogni giorno, voleva ascoltare prima di parlare. E voleva aiutare. Si trovava in missione di pace, stava portando acqua e viveri a Najaf, quando è stato rapito. Indossava la pettorina della Croce Rossa e sventolava una bandiera bianca. Lo hanno rapito e poi ucciso. Solo nel 2010, sei anni dopo, sono stati restituiti i suoi resti. Delle ossa disposte in una bara piccola, troppo piccola per contenere un uomo come Enzo Baldoni. Grande e meritevole di avere provato a capire. Ad ascoltare.

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Enzo Baldoni era un uomo libero che amava la vita, così lo ricorda chi lo ha conosciuto e ha lavorato con lui. Lo diceva lui stesso:

“Bada che non sono un Rambo o uno sconsiderato. Metto sempre le cinture in auto, portavo il casco sul cinquantino anche quando non era obbligatorio e prendo sempre tutte le precauzioni necessarie. Ho solo imparato che chi ha paura della morte ha paura della vita. E a me la vita piace parecchio”

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La morte di Baldoni ha acceso molte polemiche, su come le trattative per salvarlo siano state condotte senza troppo entusiasmo e sufficiente zelo. Anche il giornalismo italiano diede del suo peggio, all’epoca della scomparsa. La Croce Rossa venne criticata nella figura di Maurizio Scelli, all’epoca Commissario straordinario.

Restano dubbi, restano incertezze e domande alle quali non si è mai data la risposta giusta, o forse quella vera.

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E restano le parole di Baldoni, quelle scritte che per sempre resteranno e che risuonano come l’eco della personalità umile quanto determinata di un giornalista diverso, che cercava la verità attraverso la gente.

Nel suo blog scrisse così: “Lasciamo che siano i fatti a parlare. Il resto sono solo chiacchiere e politca, tutte cose da cui voglio tenermi loantano”.