Ritornare indietro di un secolo: Da Boldini, Segantini…

Una fanciulla bionda dalla lunga treccia è seduta vicino ad una compagna, davanti ad uno scenario sospeso tra il verde prato e le rocce dalle tinte autunnali: Fontanesi così ci introduce nella pittura di fine ‘800 in “Campagna nel Delfinato“: siamo a cavallo dei due secoli nella mostra “Da Boldini, Segantini, riflessi dell’Impressionismo in Italia“, che resterà aperta fino al 28 giugno 2015 presso Gammanzoni, il Centro di Studi per l’Arte Moderna e Contemporanea di Milano.

In occasione dell’Expo 2015, Gammamnzoni ha voluto realizzare un’esposizione dedicata ai più grandi maestri della pittura italiana della fine del XIX° secolo, protagonisti dei più importanti eventi internazionali dell’epoca, a Vienna, Parigi, Filadelfia…

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Nell’800 si era molto attirati dal fascino orientale: ecco dunque, in “Sosta di cavalieri siriani ad un bazar”,davanti alle porte di una moschea decorate di ricami turchesi, mercanti e cavalieri accanto ai loro magnifici cavalli…Alla fine del secolo si impongono anche i ritratti: così Zandomeneghi presenta una bruna fanciulla intenta a scrivere “La lettera”…Le ombre delle guardie reali, che spiccano per le tinte rosse delle divise, si mescolano a quelle di dame a passeggio sulla spianata di Buckingham Palace di de Nittis– è l’epoca dei dipinti di luoghi celebri delle grandi città- mentre Boldini si distingue  nella poesia di una fanciulla che passeggia in mezzo al verde della campagna con un cesto di fiori e, all’ombra di un albero, una mamma tiene in braccio il suo bambino, estatica.

Si stagliano ancora i colori di Boldini in “Morning Strall” e delle dame di “Passeggiata in giardino” sotto un verde pergolato, secondo l’uso del tempo, così come il profilo eretto di una delle sorelle Bandini che legge...Le donne del ceto socio-culturale elevato, dunque, leggevano, scrivevano, erano donne colte…

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Appaiono poi le immense distese verdi della campagna di Segantini con, sullo sfondo, le montagne ancora imbiancate di neve, contro un cielo a sprazzi azzurro e movimentato di nubi, in “Alpe di Maggio”, mentre lo sguardo si perde nell’orizzonte sconfinato, al di là dei verdi pascoli in “Dall’Alto” di Carcano.

Accanto alla dolce fanciulla di “Ritratto di Giovinetta ” di Ranzoni, si riconoscono le due figure femminili dal velo nero in “Uscita di Chiesa” di Mosè Bianchi, che rappresentano la mostra nel manifesto e si stagliano ben definite nei veli e le trine delle gonne, contro uno sfondo chiarissimo appena accennato, e i vivaci colori delle altre figure di signore a passeggio. Quantomai espressivo è “Il Figurinaio” di Induno, con una statua di Madonna in mano,nella sua bottega ricca di particolari: le pentole appese al vecchio camino, il tavolo in stile e la sedia con l’ombrello e il turbante.

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Fiero è lo sguardo della donna nel ritratto di “Emma Ivon” di Cremona, mentre un’altra testimonianza di costumi e ambiente è rappresentata dalla “Visita alla Balia”, elegante, col piccolo bambino in braccio, all’interno di un ambiente povero, forse una cucina, col caminetto acceso, la culla col turbante appoggiato...Il Piccio ci regala invece una sorpresa nei dolci grandi occhi della “Bambina con bambola”; accanto una laguna immobile e piatta riflette le nuvole come se fossero stalagmiti di ghiaccio…Cammina lungo un canale di Venezia, dai grigi riflessi, una donna al cui passaggio  qualcuno deve aver commentato “La fa la modela…”, come si intitola il quadro stesso, di Tito.

Magnifica è  poi la vista della città lagunare in “Le Zattere , Venezia”, di Fragiacomo”, ovattata, la cui luce si espande dai riflessi delle case, mentre sullo sfondo si diffonde il fumo di un’imbarcazione.

Ancora scene familiari, ricche di calore: la tenerezza di un uomo per la sua nipotina nella “Famiglia del pescatore” domina tutta la scena di Milesi, mentre in una spiaggia di Capri, dai colori particolarmente vivi, bambini nudi giocano e fanno il bagno….Un particolare “cipiglio” caratterizza l’espressione de “Il fruttivendolo” con la pipa in bocca….Così non mancano di stupire lo sguardo intelligente ed assorto di una donna che osserva “Gli Scavi di Pompei” e la fanciulla con una bambola che pare la sua copia, in “Due bambole” di Mancini.

Così natura e umanità, paesaggi e ambienti umani di un’epoca che non è più sono stati ripresi e fissati, rivelando aspetti sempre presenti in ogni epoca: i sentimenti e l’amore.

Grazia Paganuzzi