Roma, Mafia Capitale: arrivano le prime condanne

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Arrivano le prime condanne per alcuni degli esponenti della politica romana, ormai divenuti tristemente noti alle cronache nazionali per i reati commessi, tutti legati allo scandalo di Mafia Capitale.

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L’elenco completo dei nomi degli indagati, nonché arrestati (pubblicato qualche mese fa), si arricchisce, quindi, di nuovi personaggi, che per anni hanno mosso le fila di un’Amministrazione e di una politica, soprattutto sociale, dei quali oggi l’intera città si trova ancora a raccogliere le macerie.

Così, Daniele Ozzimo, ex assessore alle politiche abitative nella Giunta Marino, è stato condannato dal gup Alessandra Boffi, a due anni e due mesi di reclusione con l’accusa di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio.

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Massimo Caprari, ex consigliere comunale di Centro democratico, è stato, invece, condannato a due anni e quattro mesi di reclusione.

I fratelli Gerardo e Tommaso Addeo hanno subito una condanna a dieci mesi di carcere, con l’accusa di aver commesso reati nel periodo, in cui avevano in piedi una collaborazione con Luca Odevaine.

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Per questi quattro imputati si è proceduto con rito abbreviato.

Paolo Solvi, ex collaboratore di Andrea Tassone, quando questi ricopriva ancora la carica di presidente del Municipio X di Ostia, è stato condannato a due anni e due mesi di reclusione.

dentRelativamente ai quattro dirigenti della Cooperativa La Cascina, una realtà del Terzo Settore da sempre vicina a Comunione e Liberazione, tutti accusati di corruzione (avrebbero pagato delle tangenti a Luca Odevaine per poter gestire il C.A.R.A. di Mineo, altra struttura ormai nota alle cronache, che si trova nei pressi di Catania), sempre il gup Alessandra Boffi ha disposto una condanna pari a due anni e otto mesi per Francesco Ferrara e a due anni e sei mesi per Salvatore MenolascinaDomenico Cammisa e Carmelo Parabita.

Non appena uscito dall’aula, subito dopo la condanna, Daniele Ozzimo ha commentato: “Sono esterrefatto. Si sa come vanno a finire queste cose in questo Paese“. In effetti si lo sappiamo tutti come vanno, in genere, a finire le cose in questo Paese ed è proprio per questo che ci auguriamo che, almeno nel caso dei reati connessi a Mafia Capitale, la giustizia faccia a pieno il suo corso, consegnando alle celle di Regina Coeli o di Rebibbia i responsabili di quanto accaduto negli ultimi anni, per un lungo periodo di tempo.

Roma non solo sta pagando ora, ma pagherà ancora per moltissimo le conseguenze di quanto Mafia Capitale ha determinato con i suoi soprusi, le sue violenze e le sue depauperazioni, che hanno messo in ginocchio un Terzo Settore capitolino, di per sé già fortemente traballante.

In un ambito, in cui si è il più delle volte si è sotto pagati, con orari di lavoro estenuanti e con competenze spesso non ben definite (perché così è più facile gettare fumo negli occhi), oggi ci sono difficoltà decuplicate, perché si tenta di sopravvivere sulle macerie di un sociale, che sembra non sappia ancora bene dove poter trovare le giuste risorse per rimettersi in gioco.

Mafia Capitale ha fatto rivivere alla nostra città uno dei suoi giorni più brutti di cronaca, uno di quelli che pensavamo fosse stato già tutto scritto da Giancarlo De Cataldo nel suo Romanzo Criminale, ma sembra proprio non sia così. Per cui, per una volta, spero davvero che le parole di Ozzimo siano profetiche e che le cosa vadano a finire come devono…seguendo il corso della giustizia!