A Roma i parchi non si “curano” ma si chiudono

 parco chiuso

Nel VII Municipio, senza alcun provvedimento istituzionale ma con comunicazione della società concessionaria è stato chiuso il parco in via Genzano- Rocca di Papa- largo Falvaterra.

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Roma/Appio Latino. I cittadini e utenti del parco, il 10 febbraio, hanno trovato, senza preavviso o sentore alcuno, i cancelli sbarrati. Chiusa la parte “relax e parco giochi per bambini”, chiusa l’ aera cani. Sui cancelli soltanto una comunicazione della società concessionaria Zonoè SRL: “ Con la presente comunichiamo che il protrarsi dei tempi di accettazione perizia di variante, ci induce, ns malgrado, a non poter più essere in grado di garantire la manutenzione ed il controllo del parco con annessa area cani da noi garantita dal 4 luglio 2008. Pertanto, avendo esaurito da tempo, tutte le ns risorse economiche, siamo a comunicare che a far data dal 10 febbraio 2014, il parco verrà chiuso al pubblico e verrà riaperto solamente al termine dell’ area profit.  Inoltre siamo a significare che tutt’ oggi, è stato reso un servizio a Roma Capitale che non ha gravato sull’ amministrazione sia per la realizzazione del parco e la relativa manutenzione e controllo”.

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Nessuna comunicazione del Comune o del Municipio. Nessun dipartimento interessato. Solo un cartello con questa comunicazione della Zonoè SRL. I residenti rimangono basiti davanti ai cancelli. Nessuno sa chi sia e in forza a quale convenzione questa società gestisce il parco. Nessuno ha l’ obbligo di sapere. Tutti però vedono e subiscono la chiusura. In questo quartiere il parco è diventato il più importante o forse l’ unico luogo di aggregazione all’ aperto e pubblico. I cittadini di qualsiasi fascia di età “godevano” di quest’ area.

Al parco si poteva andare per  trascorrere un po’ di tempo nel verde, per socializzare, per vivere il proprio quartiere. Ormai fungeva, un po’ come la piazza di un piccolo centro, da luogo d’ incontro e aggregazione. Niente obbligate passeggiate per negozi e centri commerciali con bimbi a seguito. Niente permanenze in appartamento. Pochi passi e si passa del piacevole tempo al parco. Osservandolo oggi, dopo la chiusura, si nota un’ area verde, nel cuore del “cemento urbano”, ben gestita e ben ideata. Il parco giochi, le panchine sul vialetto, l’ erba e le piante perfettamente curate. L’ area cani in perfetto stato. Unica nota negativa, adiacente al parco, una zona cantierizzata e ferma dal 2012. Sarebbe dovuta essere la  piscina comunale. Ad oggi è solo uno dei tanti cantieri italiani aperti, abbandonati e del quale non si sa nulla.

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Smaltita la sorpresa per la chiusura e l’ incredulità per le modalità, i cittadini della zona hanno deciso di reagire. La prima iniziativa, ancora in corso e che sta suscitando  alti consensi, è una raccolta firme da presentare, sotto forma di petizione popolare, alle autorità competenti e alle quali verrà chiesta l’ immediata risoluzione delle problematiche e la riapertura della zona verde attrezzata. La spontaneità dell’ iniziativa e l’ alto seguito fa subito comprendere quanto i residenti/utenti ritengano quest’ area importante per la vita del quartiere e per la qualità della vita.   Si legge su un cartello affisso ai cancelli: “Noi utenti stiamo raccogliendo le firme per un petizione popolare. Recarsi presso il negozio di animali “La Tana di Peppe” in via Albano angolo via Genzano. Grazie per la collaborazione.” Da quanto si apprende, diverse centinaia di firme sono state raccolte nelle primissime ore. Adesso il numero  è molto più elevato e tanti sono gli utenti promotori di questa iniziativa. Anche l’ associazione “Cittadinanzattiva” si è mobilitata chiedendo, tramite lettera aperta, un incontro chiarificatore al Sindaco Marino, al Presidente del Municipio Fantino, all’ Assessore all’ Ambiente del Comune, al Vice-capo gabinetto del sindaco, alla società concessionaria. Ad oggi nessuna risposta, solo una breve nota della Zonoè che ringrazia per l’ interessamento.

Tutto tace e i cancelli rimango incredibilmente chiusi. Un’ anziana, incontrata davanti all’ ingresso sbarrato dice. “è l’ unico luogo dove potevamo fare una passeggiata e dove potevamo rimanere un po’ all’ aria aperta e nel verde”.  Intristita s’ incammina verso casa.

Gli utenti e i residenti tutti continuano la raccolta firme. Nessuno ha intenzione di vedersi sottrarre la possibilità di vivere lo spazio che hanno sempre utilizzato, difeso qualche anno fa dal degrado e che oggi vedono interdetto. Si spera che le istituzioni rispondano alle istanze dei cittadini che rappresentano e per la quale tutela esistono.

La buona politica non è altro che la risoluzione di problemi concreti. Si spera che, nel VII Municipio di Roma Capitale, questa regola sia presto applicata e che i cittadini possano riappropriarsi di un proprio spazio vitale.

Marco G. Caruso