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Mentre ad Hong Kong continuano gli scontri ed i disordini la Cina si sta preparando a reprimere le proteste con la violenza ed ha inviato i mezzi blindati al confine dell’ex colonia britannica. le azioni di Swire Pacific Ltd., la holding della compagnia aerea, hanno lasciato sul terreno oltre il 6%, il calo peggiore in quasi quattro anni in seguito all’occupazione dello scalo aeroportuale. La compagnia cinese con sede nell’ex colonia, pressata da Pechino, avrebbe già licenziato due impiegati dell’aeroporto e sospeso un pilota coinvolti nelle proteste, mentre il Ceo Rupert Hogg ha avvertito che ci saranno “conseguenze disciplinari” per chi parteciperà ai “disordini”.
La Cina parla apertamente di “atti di terrorismo” e fa sapere che non intende fare sconti a chi è sceso in piazza; secondo il governo cinese non si possono accettare comportamenti eversivi che incitano alla ribellione. I manifestanti però dal canto loro fanno sapere che le proteste andranno avanti fino a quando non saranno ascoltati.
Le violenze della polizia hanno scatenato le reazioni di indignazione delle organizzazioni per i diritti umani, tra cui Amnesty International, e hanno spinto i manifestanti a colpire più forte all’aeroporto di Hong Kong, principale hub asiatico. Con le sale partenze e arrivi occupate da migliaia di persone, le autorità aeroportuali hanno cancellato tutti i voli per poi annunciare la ripresa del traffico non prima di martedì mattina. Anche se già a metà giornata, per timore di una reazione della polizia, molti manifestanti avevano abbandonato lo scalo, lasciando solo un presidio di poche centinaia di persone.