Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi è stato ospite a Unomattina su Raiuno. Bianchi è soddisfatto dell’inizio di questo nuovo anno scolastico. In barba a molte delle paure che hanno preceduto il ritorno a scuola, tutto è avvenuto in maniera naturale e positiva, almeno nella maggior parte dei casi. il precariato non sembra più essere quello spauracchio che da tempo minacciava il prosieguo delle lezioni, anche grazie ai numerosi docenti confermati al ruolo che assicureranno un regolare anno scolastico senza la necessità di assumere da Gps a tempo determinato.
Ad assicurarlo lo stesso Patrizio Bianchi, il quale ha affermato che la maggior parte dei docenti attualmente operativi nelle scuole è a tempo indeterminato. Gli insegnanti ci sono eccome, anzi! Lo stesso ministro è stato felice di informare che ora in cattedra c’è lo stesso numero di docenti dei tempi pre-Covid. La scuola è inoltre pronta per ogni evenienza, ma per ora tutti possiamo tirare un sano e meritato sospiro di sollievo per i nostri ragazzi.
Scuola, Patrizio Bianchi sui docenti
Patrizio Bianchi ha dichiarato: “Non mancano gli insegnanti. Abbiamo mantenuto il numero di docenti che avevamo prima del Covid e lo manterremo ancora per molti anni” e poi la bellissima notizia che conferma il duro colpo al precariato: “Noi abbiamo 801mila insegnanti, che sono per la gran parte a tempo indeterminato”. Per il resto Bianchi ha parlato della presenza di 90mila docenti di sostegno e altri 25.000 che stanno terminando il concorso.
Il precariato è (quasi) un ricordo
Il precariato è quasi solamente un ricordo grazie immissioni in ruolo da Graduatorie a esaurimento e dai nuovi concorsi che hanno assicurato ai ragazzi docenti formati e preparati. Patrizio Bianchi ha rassicurato che a livello nazionale sono solamente 45mila gli insegnanti che lavorano a tempo determinato. Un numero destinato a sparire nei prossimi anni.
Una nuova riforma di reclutamento
Il Pnrr è stata l’eredità più importante lasciata da Patrizio Bianchi. In esso è prevista anche la nuova riforma di reclutamento. Un cursus honorum selettivo e annoso, ma efficace per selzionare i giusti professionisti che avranno l’onere di formare i giovani virgulti, futuro della società. Il percorso inizierà dall’università con opportuni esami aggiuntivi, in seguito i candidati dovranno affrontare un percoro universitario volto all’abilitazione e solo se superato si potrà accedere al concorso (tranne per i precari con tre anni di insegnamento che vi potranno accedere dirattamente per poi dedicarsi all’abilitazione). E non basterà neanche il concorso in quanto i candidati dovranno affrontare, oltre all’anno di prova e al colloquio finale, anche un test per confermare l’essere degni del ruolo. La scuola italiana è ancora salva e il ministro Bianchi ha la sua parte di merito in tutto ciò.