Sempre più italiani scelgono la “diamantificazione”

Diamanti

Sempre più italiani chiedono la “diamantificazione”: la trasformazione delle ceneri derivanti dalla cremazione in diamanti. Se poi non si hanno a disposizione le ceneri, basta una ciocca di capelli per permettere ai tecnici di laboratorio di trasformare i resti del caro defunto in un diamante che ha le stesse proprietà fisiche, chimiche ed ottiche dei diamanti naturali.

«La dispersione delle ceneri -si legge in un articolo apparso su famigliacristiana.it – non ha di per sé nulla di anticristiano, ma sorge il dubbio che oggi tale prassi, nel nostro particolare contesto culturale, esprima una vaga religiosità new age, naturalistica, cioè in un dio cosmico e impersonale. Per questo essa è fortemente sconsigliata.

Non mancano poi alcuni aspetti commerciali che suscitano un certo disagio come le proposte di conservare parte delle ceneri in monili da portare al collo o al dito… Da qui alcuni saggi orientamenti della Chiesa che, più che imporre, fanno appello alla responsabilità e al buon senso di ciascun cristiano per evitare la banalizzazione del grande evento della morte al limite talvolta del ridicolo.»

Molti cimiteri in Italia hanno problemi di spazio. Inoltre si stanno trasformando in luoghi freddi e spesso difficili da raggiungere. La dispersione delle ceneri spezza il legame con il defunto forse in modo troppo brusco. Perchè non ricorrere allora alla “diamantificazione”? Con queste argomentazioni si pubblicizza una pratica nuova che forse sarà presto in grado di scardinare la tradizionale inumazione che spesso è sostituita dalla tumulazione per ragioni di spazio.

Poco importa se il corpo dei nostri defunti verrà consumato dal tempo o cremato e poi trasformato in una pietra preziosa. Il vuoto che si prova quando si perdono gli affetti più cari non potrà essere mai colmato, neanche dai diamanti che, come cantava Marilyn Monroe nel film “Gli uomini preferiscono le bionde”, sono i migliori amici delle ragazze.