Serie A: o si riparte, o il calcio fallisce

Tifosi, calciatori, società, Pay-Tv e politica: tutti rivogliono il campionato. Probabilmente si giocherà in estate. O si riprende, o il sistema fallisce.

Tutti lo vogliono. Tutti i tifosi, che non vedono l’ora di tornare a gioire per la vittoria della loro squadra del cuore e di morire sul divano davanti alle partite in televisione. Tutti i calciatori, che al pallone devono la vita: successo, soldi, popolarità e donne. Tutte le Pay-TV, che campano nel fare profitto tenendo inchiodati davanti allo schermo milioni di appassionati. Tutti i presidenti dei club, che non vogliono pagare a vuoto gli stipendi ai loro dipendenti e soprattutto perdere la montagna di quattrini garantiti dalle televisioni.

Se tutti vogliono il pallone, allora tutti avranno il pallone. Il coronavirus ha solamente sospeso il campionato di Serie A, non l’ha cancellato. Con tutta probabilità riprenderà a giugno per poi concludersi alla fine di luglio. Ad agosto andrà invece in scena la Champion’s League. L’atmosfera sarà strana, lo spettacolo suggestivo e lo scenario inedito.

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Sino ad ora sono state disputate 26 giornate e al termine della stagione ne mancano quindi 12, cioè 124 partite. A queste va poi aggiunta anche la fase finale della Coppa Italia. 12 e più giornate in 2 mesi significherebbe giocare 1 partita ogni 3 giorni in condizioni durissime. Il torrido caldo estivo non solo fiacca i ritmi degli incontri, ma prosciuga anche il fisico di quasi tutte le energie e le tante sfide ravvicinate non permettono di recuperarle. Deve inoltre essere considerato che qualora la preparazione atletica partisse il 18 maggio, ogni singolo calciatore si ripresenterà sul campo dopo due mesi interi di stop forzato con due sole settimane di allenamenti nelle gambe. E’ vero, si potrebbe assistere a partite tra fantasmi, ma almeno gli stipendi ultra-milionari percepiti dai giocatori sarebbero finalmente guadagnati.

In Italia, il calcio è una delle principali aziende: fattura circa 4 miliardi l’anno e ne versa al fisco 1,5. Conta più o meno 1,4 milioni di tesserati ed altri 120.000 lavoratori che fanno parte dell’ambiente. E’ un’imprescindibile questione di quattrini riattaccare la spina al campionato. Le squadre di Serie A non navigano nell’oro, anzi ad essere sinceri sguazzano proprio nel fango. I club sono poveri e senza i milioni provenienti dalle Pay-TV la situazione si farebbe ancora più catastrofica di quanto già non sia. Le società sono tutte in rosso, con un debito complessivo che arriva a 2,5 miliardi. Sky, Dazn e I.M.G. minacciano di non pagare alle squadre l’ultima rata da 440 milioni qualora le partite mancanti non venissero disputate. O si riprende, o il sistema fallisce.

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Riccardo Chiossi