Sospensione pensione invalidi civili: quali sono i casi?

Revoca pensione invalidi civili nel caso di mancata dichiarazione dei redditi: procedura avviata dall'Inps.

L’Inps ha avviato la procedura di sospensione pensione di invalidità civile nel caso di mancanza di dichiarazione dei redditi. Una notizia che vale per coloro che non l’hanno presentata dal 2017 e gli anni successivi. L’Inps prevede in tal caso una sospensione o una revoca delle prestazioni assistenziali. Questa è la situazione che va a punire coloro che sono stati colpevoli di tale mancanza. Per evitare il peggio c’è davvero poco tempo. L’Inps ha reso noto, tramite il messaggio numero 2756/2021, che rimangono solo poche settimane per scongiurare la sospensione, o ancor peggio, la revoca.

Una volta scaduto il tempo limite che si ha a disposizione per tentare di risolvere la mancanza, scatterà di conseguenza il procedimento. Riguardo alla dichiarazione dei redditi ne approfittiamo per informare i lettori che, considerando la pausa estiva, il termine del 10 settembre è imminente, La redazione di Informazione fiscale ha condotto al riguardo un sondaggio: per il 91% dei lettori sarebbe necessaria una proroga. Dello stesso avviso sono gli addetti ai lavori. Una revisione della tabella di marcia è stata chiesta anche dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili.

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Revoca pensione invalidi civili: chi andrà a colpire?

Ma chi sarà coinvolto nel procedimento di revoca della pensione di invalidità civile per la mancata dichiarazione dei redditi? A venirci incontro è The Wham, tramite un apposito articolo, che informa come nel rischio, o meglio, nel mirino di questi giorni, vi sono coloro che percepiscono la pensione di invalidità civile, le pensioni ai ciechi civili, ai sordi e ai titolari di assegno sociale o pensione sociale. In poche parole, risultano essere a rischio coloro che non hanno presentanto la dichiarazione dei redditi, né il modello Red.

Bisogna comunque sapere che in seguito a tale mancanza è previsto un sollecito da parte dell’Inps. Le cose si aggravano nel momento in cui il diretto interessato ignora le richieste dell’ente. Per chi non lo sapesse, il precitato modello Red è una dichiarazione, prevista dalla legge, che i pensionati, beneficianti di alcune prestazioni, devono necessariamente presentare. Il diritto e la misura di tali prestazioni sono collegati alla situazione reddituale del singolo cittadino. Come precisa il sito di Caf Cisl, i Red si presentano attraverso i CAF (Centi autorizzati di assistenza fiscale).

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Perché scatta la revoca?

Ora però torniamo in seno al discorso. Ci si potrebbe chiedere come mai scatta la revoca pensione invalidi civili in mancanza di opportuna dichiarazione reddituale. Ebbene, basti sapere che tutte queste prestazioni assistenziali sono collegate al reddito. Nel caso in cui l’ente sia impossibilitato ad accertare il reddito, in quanto non vi è dichiarazione, la legge prevede la sospensione o la revoca delle pensioni. Secondo quanto reso noto dall’Istituto di Previdenza, risulterebbero esserci 68.586 individui che non hanno inviato opportuni feedback e che, quindi, rischiano di perdere la pensione.

L’ultimo avvertimento

L’Inps si appresta a inviare un ulteriore (e ultimo) avviso nei confronti di coloro che risultano essere privi di una dichiarazione dei redditi. Nel caso in cui anche questo ennesimo richiamo dovesse andare a vuoto, allora la revoca della prestazione è sicura. Come se questo non bastasse, scatterebbe anche il recupero delle pensioni erogate a partire dal 2017. Una situazione davvero fastidiosa, che sarebbe meglio evitare. Dunque, prima della revoca della pensione di invalidità civile, agli interessati sarà inviata una nuova raccomandata A/R.

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La raccomandata in questione contiene l’invito di comunicare quanto prima l’entità dei redditi. L’assistito può tuttavia bloccare la procedura, tramite la presentazione di una domanda di ricostituzione reddituale. Dalla consegna della raccomandata, l’interessato avrà a disposizione sessanta giorni di tempo. Il sollecito è indirizzato agli invalidi civili di età compresa tra i 18 e i 65 anni e 7 mesi di età. Ora, nel caso in cui i destinatari non risponderanno alla richiesta, l’Inps sospenderà la pensione e invierà una nuova raccomandata.

Dopo l’invio del secondo sollecito, a quel punto, gli assistiti avranno centoventi giorni di tempo. Cosa succede, tuttavia, se se i quattro mesi passano senza che l’Inps non abbia ancora ricevuto risposta? In tal caso è prevista non solo la revoca, ma anche la restituzione del debito per gli anni di reddito mai dichiarati: dal 2017 al 2021. Anche nel caso di revoca della pensione invalidi civili senza dichiarazione dei redditi verrà comunicata tramite una raccomandata A/R. La raccomandata a cui ci riferiamo è conosciuta anche col termine di “raccomandata con ricevuta di ritorno”. Come informa Miur Istruzione, essa consente di spedire atti burocratici, documenti e oggetti (purché non siano di dimensioni ingombranti) in tutto il mondo.

Non solo invalidi civili, ma anche assegni e pensioni sociali

Nel mirino della sospensione/revoca risultano esserci, tuttavia, anche assegni e pensioni sociali. Tale misura sarà adottata anche per i titolari che risultavano avere meno di 80 anni al 31 dicembre 2017. Anche per loro è previsto l’invio di una raccomandata A/R. Ci sarà un sollecito per l’invio della presentazione della dichiarazione dei redditi entro sessanta giorni. Andando oltre tale termine, l’Inps darà avvio a una procedura per la sospensione della prestazione assistenziale e, al contempo, si procederà al recupero delle prestazioni non pagate e che in assenza della situazione reddituale del soggeto, risultano non dovute.

Ricordiamo, che nel messaggio da parte dell’Inps del 28 luglio si legge testualmente: “Ciò premesso, relativamente ai soggetti che sono rimasti inerti rispetto agli adempimenti richiamati e al sollecito ricevuto, l’Istituto procederà alle lavorazioni necessarie alla sospensione e alla successiva revoca delle prestazioni economiche in godimento”. Inoltre, precisiamo come l’istituto abbia dato la possibilità sul proprio sito ufficiale di effettuare la comunicazione reddituale della pensione. L’operazione, tuttavia, può essere fatta anche tramite patronato.