Sono in piena battaglia legale il gioielliere statunitense Tiffany e la LVMH.
LVMH rimprovera a Tiffany di non essere riuscita a resistere sufficientemente al contraccolpo della crisi causata dalla pandemia. Ma Tiffany assicura che, dopo il crollo della primavera, tra agosto e settembre ha registrato un aumento delle vendite del 25%.
L’azienda ora prevede un calo per il suo quarto trimestre, di circa il 5%. Il CEO Alessandro Bogliolo ha commentato: “Anche se ci aspettavamo che i risultati dell’anno sarebbero stati significativamente influenzati dal Covid-19, siamo molto soddisfatti del modo in cui l’attività è rimbalzata dopo il primo trimestre e continua a crescere nel terzo trimestre, soprattutto nella Cina continentale, e che si stia riprendendo negli USA”.
Il fulcro della battaglia legale risiede nel fatto che LVMH avrebbe dovuto acquistare Tiffany entro fine anno per 16,5 miliardi di dollari. Ma il gruppo di Bernard Arnaud, a fine settembre, ha stimato di non potere più acquisire Tiffany alla luce dei suoi ultimi fatturati ed i cali registrati nelle vendite. Cosa che, dunque, giustificherebbe il passo indietro.
A sostegno delle sue ragioni, LVMH ha dimostrato di aver registrato, anche durante la pandemia, un fatturato superiore alla media, essendo riuscita a sostenere i colpi inflitti dal virus grazie alla pelletteria. Acquistare Tiffany, dunque, vorrebbe dire avere un calo nei fatturati che non può permettersi.