Torture a San Gimignano, 15 agenti indagati

Un detenuto di San Gimignano sarebbe stato torturato da 15 poliziotti penitenziari

San Gimignano – i detenuti del carcere hanno raccontato delle testimonianze davvero shock. Un cittadino tunisino di 31 anni, secondo quanto descritto dai detenuti, sarebbe stato torturato e picchiato dagli agenti di polizia penitenziaria.

La vicenda nel carcere di San Gimignano

L’uomo tunisino è stato incarcerato ad ottobre 2018. Il giorno 11 dello stesso mese è stato condotto in isolamento. A metà pomeriggio, per spostarlo in un’altra cella, le guardie sono arrivate addirittura in 15. Il detenuto crede di esser scortato nella doccia, ma la realtà è ben diversa. Le telecamere del carcere hanno ripreso le guardie mentre trascinavano il malcapitato.

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Le immagini delle telecamere, però, sono state in parte schermate dagli agenti penitenziari. A completare la vicenda ci sono state le confessioni degli altri detenuti, testimoni oculari di quanto accaduto. Hanno dichiarato di aver visto crudeli pestaggi, pugni da parte degli agenti sul povero ragazzo senza vestiti, che gridava di dolore accasciato a terra.

15 agenti penitenziari sotto inchiesta

Immediati sono stati i provvedimenti volti a sospendere temporaneamente dall’incarico i poliziotti che avrebbero percosso il Tunisino. il dipartimento di amministrazione penitenziaria ha ha disposto per quattro degli agenti l’interdizione con l’accusa di tortura, mentre gli altri accusati hanno ricevuto un avviso di garanzia e saranno sottoposti a provvedimenti disciplinari.

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Tutto questo è sicuramente inaccettabile e lesivo della nostra carta costituzionale. La legge fondamentale infatti, ai sensi dell’articolo 27 comma 3, dispone che la pena comminata ha come scopo la rieducazione del reo. L’ordinamento non punisce chi ha “sbagliato” o meglio, la pena non è solo “punizione”, essa è lo strumento per recuperare colui che ha consumato un reato.

Il comportamento degli agenti è stato completamente contrario alla rieducazione del soggetto condannato. Il carcere è, quantomeno dovrebbe, essere il luogo attraverso il quale aiutare i soggetti detenuti nel reinserimento nel tessuto sociale. Un fatto del genere, se accertato dal giudice, non può passare inosservato, anche il detenuto ha dei diritti che devono essere rispettati e protetti.

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