Attentati di Parigi: il punto sulle indagini

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Gli inquirenti stanno lavorando senza sosta non solamente a Parigi, ma in tutto il mondo, per capire chi sono i responsabili dei terribili attentati che venerdì sera hanno colpito al cuore Parigi, capitale di una Francia ancora scossa dagli attacchi di gennaio al giornale satirico Charlie Hebdo. Il 13 novembre 2015 sarà per sempre ricordato come l’11 settembre della Francia perché mai sul suolo francese erano stati commessi atti tanto atroci. Per adesso il bilancio dei morti è salito a 139, ma purtroppo molti feriti sono gravissimi e di certo bisognerà aggiornarlo al rialzo. Purtroppo sarebbe morta anche la ventottenne italiana Valeria Solesin, che a Parigi studiava e lavorava come ricercatrice alla Sorbona.

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Stando alle ultime indiscrezioni sulle indagini gli attentatori sarebbero stati 8: uno sarebbe stato ucciso dalle forze di sicurezza francesi e gli altri sette si sarebbero fatti esplodere con cinture esplosive. Uno degli assalitori sarebbe stato identificato come Omar Ismail Mostefai, francese di ventinove anni già conosciuto alle forze dell’ordine per le sue idee radicali e schedato per svariati reati. In questi minuti sono stati fermati il padre, il fratello e altri quattro membri della famiglia per accertamenti.

Addosso ad uno dei terroristi sarebbe stato trovato un passaporto siriano, forse falso, appartenente ad un ragazzo di venticinque anni che sarebbe arrivato in Europa passando dalla rotta balcanica dei migranti dopo essere sbarcato sull’isola greca di Leros, poco distante dalle coste turche. Adesso la domanda che tutti si pongono è: “Il ragazzo del passaporto è uno responsabili delle atrocità di Parigi?”. In attesa di una risposta il ritrovamento sta creando panico in tutti i governi europei che pian piano stanno chiudendo le frontiere e ripristinando i controlli; Polonia, Austria, Germania, Repubblica Ceca, Svezia, Ungheria e Slovenia hanno annunciato che stanno attuando severissimi controlli alle frontiere e si dicono pronti anche ad erigere barriere anti migranti. Sarebbero state trovate anche le auto usate dagli attentatori e su una di esse sarebbero state trovate molte armi con una notevole potenza di fuoco.

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Forse quel passaporto potrà decretare la fine del sistema Shengen? Non si sa ma adesso tutti hanno paura e la diffidenza reciproca regna sovrana in tutto il vecchio continente. Perquisizioni sono in corso in tutta la Francia, ma anche in Germania, Montenegro e nel quartiere multietnico di Bruxelles.

Il terrorismo riguarda tutti e, dopo la giusta commozione, i fatti di Parigi sono un chiaro segnale che è ora di prendere misure drastiche per eliminare definitivamente l’ISIS, che rappresenta una minaccia grave non solo per l’Occidente, ma anche per gli stessi musulmani.

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