Sisma Campi Flegrei e rischio di eruzione: ecco due scenari previsti dall’Ingv

Sisma magnitudo 4.2 Campi Flegrei: ecco gli scenari previsti da Carlo Doglioni dell'Ingv

Il presidente dell‘Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha illustrato gli scenari dei Campi Flegrei, da giorni con la tensione e la paura di nuovi sciami sismici. Secondo Carlo Doglioni si possono prospettare due situazioni e tra queste l’eruzione vulcanica.

Crisi del bradisismo

Il primo scenario possibile è la crisi di bradisismo come accaduto nel 1983-1984. Il bradisismo è l’innalzamento e abbassamento periodico del suolo rispetto al livello del mare, questo fenomeno è legato alla presenza del vulcano, e coinvolge anche le aree costiere e sommerse, tanto da far ipotizzare anche il rischio di alluvione o inondamento.

L’eruzione dei Campi Flegrei

Il secondo scenario possibile, ipotizzato dal geofisico, è un’eruzione simile a quella del 1538. Un qualcosa che spaventa tutti quanti per le ricadute anche nazionali e sociali che potrebbe avere tale evento. Carlo Doglioni ha espresso questi scenari in un’audizione dedicata alla Commissione Ambientale della Camera.

L’Ingv monitora queste due situazioni da più anni

La crisi bradisismica, ha raccontato Doglioni, è stata monitorata per due anni, poi si è interrotta. Il presidente INGV si è anche soffermato sul rischio di eruzione vulcanica, è lo scenario più critico. “Sarebbe un evento molto diverso da quello avvenuto 39.000 anni fa“.

Un vulcano ha sempre due conseguenze quando erutta: la colata lavica e il lancio di gas e materiale incandescente. Trentanovemila anni fa, il Vesuvio liberò materiale oltre i 400 metri cubi. Cosa succederebbe oggi in una regione con diversi contesti abitativi? “E’ impossibile pensare che i Campi Flegrei si spengano perché sono un vulcano attivo” e l’eruzione del 1538, quella del Monte Nuovo fu la più recente delle oltre 70 eruzioni avvenute prima.

Il piano di evacuazione: verso altre regioni e nelle zone temporali di attesa

Il piano di evacuazione in caso di eruzione è quello che preoccupa di più gli esperti. Quello in vigore è fermo ad una risposta per circa settecento mila abitanti che fanno parte dell’area Campi Flegrei e le zone periferiche di Napoli.

Il piano di esodo però dovrebbe comprendere anche l’area metropolitana di Napoli che comprende circa tre milioni di persone. Da anni, la Protezione civile regionale ha organizzato e previsto 17 aree di attesa per gli spostamenti assistiti in altre regioni tramite pullman e treni.

Lo spostamento delle persone nelle zone più a rischio del Vesuvio e dei Campi Flegrei è anche nell’area definita sesta municipalità e in diverse vie della città previste per l’accoglienza temporanea. Ecco alcune vie: campo sportivo Caduti di Brema, stadio comunale Ascarelli e stazione della Circumvesuviana di via Bartolo Longo a Barra. piazza San Luigi, Posillipo; viale Virgilio, Posillipo; piazza Vittoria, Chiaia; piazza Sannazaro, Chiaia; via Rossini, Vomero; piazzale Monaldi, via Leonardo Bianchi, Chiaiano; via Gabriele Iannelli 190; polifunzionale Soccavo, viale Adriano.

Iole Di Cristofalo
Iole Di Cristofalo
Articolista e web copywriter