Chi ha inventato la scuola e perché si chiamava edubba

I Sumeri hanno creato il primo luogo di aggregazione sociale dove i giovani potevano apprendere, solo con Marco Fabio Quintiliano però questo luogo assume le sembianze di una scuola vera e propria

La scuola è stata inventata dai Sumeri, all’incirca nel 3500 a.C. poco tempo dopo l’invenzione della scrittura. Ma non era solo la scrittura ad essere insegnata a scuola: gli alunni potevano imparare anche a leggere e la matematica, tutto ciò che serviva per diventare perfetti sacerdoti o funzionari pubblici all’altezza del compito. L’istruzione era accessibile solo ai maschi, ed era molto severa, tant’è che le punizioni che venivano inflitte erano bastonate ed altre pene corporali. Si deve ai Greci l’ampliamento dell’accesso alla scuola, intorno al VI secolo a.C

Perché la scuola veniva chiamata edubba?

Le prime scuole erano denominate “edubba”. Tale termine significava “casa delle tavolette”, dato che per scrivere venivano utilizzate le tavolette di argilla umide, da lasciar essiccare al sole in modo da imprimere quanto scritto.

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L’istruzione per Quintiliano

La scuola come la conosciamo oggi, però, deriva principalmente dai precetti dell’oratore romano Marco Fabio Quintiliano. Infatti, l’opera di Quintiliano “institutio oratoria” descriveva la figura dell’oratore come un uomo colto, formatosi presso la scuola pubblica. 

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Nella scuola quintiliana, importanti erano i genitori, che dovevano ambire per i propri figli l’istruzione e la formazione, dato che i bambini “inadatti ad imparare” erano davvero pochi. La madre, in particolare, doveva educare i propri figli già dai primi anni di vita, trasmettendogli doti morali e buon costume, al fine di ottenere degli adulti senza problemi comportamentali e poco istruiti. Il motivo era dato dal fatto che l’intelligenza si sviluppa sin dall’infanzia, come poi confermato da psicologi moderni. Inoltre, Quintiliano introdusse l’insegnamento graduale, il passaggio dai contenuti formativi basilari a quelli via via più complessi, come avviene ancora oggi nel sistema scolastico.

Nella scuola quintiliana le materie portanti che dovevano essere insegnate perfettamente agli alunni erano la grammatica e la retorica, poiché l’istruzione era finalizzata prevalentemente alla formazione degli oratori. Inoltre, Quintiliano era fermamente convinto che nella maggioranza dei casi, il fallimento scolastico era dovuto all’incapacità degli insegnanti, predicando anche l’importanza degli incoraggiamenti e l’inutilità delle punizioni corporali. A Quintiliano, inoltre, si deve l’introduzione delle lettere dell’alfabeto mobile per insegnare la scrittura già ai bambini piccoli, strumento a cui si ispirò successivamente la famosa pedagogista Maria Montessori.