Chiude la discoteca Cocoricò, fine di un’epoca

Utenti dei social in lutto

Addio al Cocoricò: è fallita la celebre discoteca di Riccione simbolo della movida romagnola. Il gruppo a cui fa capo la discoteca è stato infatti dichiarato fallito dal Tribunale di Rimini lo scorso 4 giugno. I giudici hanno respinto la richiesta di concordato preventivo fallimentare e ha nominato un curatore: un iter fatto partire dall’Agenzia delle Entrate, per via di un mancato versamento delle imposte.

Il Cocoricò, discoteca tanto amata dai giovani che ogni estate la affollavano per ballare e divertirsi rischia di trasformarsi in un monumento all’abbandono come è già successo a tante discoteche negli anni. Adesso è il turno della discoteca Cocoricò che va ad aggiungersi a tutte quelle che l’hanno preceduta.

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Il declino

La discoteca Cocoricò pian piano si è avvicinata al declino e non c’è stato niente da fare, nessuno è più riuscito a fermarla. Non è riuscita a pagare tute le imposte dovute e da lì in poi è andata verso quel baratro in cui già tanti locali notturni, un tempo amati e sempre pieni di gente, sono caduti.

A gennaio la discoteca era stata sottoposta a un sequestro preventivo, disposto dal tribunale di Rimini, per un totale di oltre 800 mila euro, cioè l’equivalente delle imposte risultate evase in seguito agli accertamenti effettuati nel 2018 dalla Guardia di Finanza. Guai a cui si sono aggiunti alcuni problemi legati al mancato pagamento di artisti, tra cui la Danceandlove, società fondata dal dj Gabry Ponte, che ha chiesto il sequestro dei marchi Cocoricò, Titilla e Memorabilia.

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Social in lutto

Sui social è come se i clienti di questa storica discoteca stiano facendo lutto, troppi ricordi di serate passate in compagnia a divertirsi e per molti la prima discoteca della vita. Gli utenti dei social si disperano e si abbandonano ai ricordi perché sanno che la discoteca Cocoricò non ritornerà mai più.

«Povero Cocoricò. Quanti ricordi sin da quando era Club dei 99 e poi Lex Club. La miglior gioventù a Riccione», scrive un utente. «Abbiamo perso un’utopia diabolica ed affascinante: portare ai grandi numeri e alle grandi masse le esperienze estreme di nicchia, quelle più avanguardistiche, estreme, maledette, ricercate», scrive Stefania. «Cocoricò fine di un’era, non era solo una discoteca qualsiasi ma era il simbolo della movida italiana all’estero, uno dei pochi club ad avere artisti internazionali sempre», scrive ancora Giulia.

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E tutti sono come piangenti al pensiero che quelle belle serate spensierate sono finite, e con il Cocoricò si è chiusa un’epoca.