Gli Stati Uniti hanno effettuato attacchi aerei contro due depositi di armi e munizioni nella Siria orientale utilizzati dalle Guardie Rivoluzionarie iraniane.
Il segretario alla Difesa Lloyd Austin ha detto che gli attacchi sono la risposta americana ai recenti attacchi alle basi USA in Iraq e Siria da parte di gruppi di miliziani sostenuti dall’Iran. Austin ci ha tenuto a precisare che gli attacchi non vanno considerati come un allargamento del conflitto tra Israele e Hamas ma soltanto come una legittima risposta dell’esercito americano agli attacchi ricevuti di recente.
Secondo quanto riportato dal Pentagono le truppe statunitensi e della coalizione occidentale sono state attaccate almeno dodici volte in Iraq e quattro volte in Siria dall’inizio del conflitto tra Israele e Hamas.
I funzionari americani attribuiscono gli attacchi a milizie sostenute dal regime iraniano che operano nella regione. L’Iran sostiene sia Hamas, che controlla Gaza, sia Hezbollah, che opera in Libano, con armi e denaro.
Non accenna dunque a placarsi la crisi in medioriente, nonostante gli USA ci tengono a precisare che il contesto degli attacchi non è quello di una guerra regionale, va da sè che la recente escalation tra Israele e Hamas stia causando non pochi grattacapi agli attori che operano nella regione.
Proprio in questo senso va letta la scelta degli Stati Uniti di inviare navi da guerra e aerei da combattimento nella regione nelle ultime settimane. Ieri, un funzionario statunitense ha detto che circa 900 soldati USA sono stati allocati nella regione.
Negli ultimi anni le basi americane nella regione sono state attaccate diverse volte e gli USA hanno sempre risposto con azioni di rappresaglia.