Le notizie che hanno catturato l’attenzione di tutti questa settimana, sono due: lo scontro Washington/Pechino sulla genesi del Covid-19 e l’espandersi dell’epidemia in Africa. Incominciamo dalla prima.
Donald Trump ha attivato i servizi segreti
Nel suo discorso di ieri, Donald Trump ha confermato di nutrire molti sospetti su questo virus, sulla tempestività della comunicazione che ne ha fatto la Cina e sul numero dei morti. Vuole vederci chiaro, capire se ci sono delle responsabilità e ha attivato i servizi segreti. A dire il vero, il Presidente americano arriva per secondo, considerando che già l’Inghilterra sta verificando l’ipotesi di denunciare la Cina alla Corte Internazionale di Giustizia e per le stesse motivazioni, affermando di possedere prove confermate sul dolo.
La smentita di Anthony Fauci e della Cina
La Cina, naturalmente, smentisce e anche Anthony Fauci è dello stesso parere: «Un gruppo di virologi evoluzionisti altamente qualificati ha osservato le sequenze nei pipistrelli mentre si evolvono. Le mutazioni che ha avuto il Covid-19 per arrivare al punto in cui è ora, è totalmente coerente con un salto di specie da animale a essere umano», ha dichiarato. Gli ha fatto eco Yuan Zhiming, direttore del laboratorio P4 di Wuhan: «Non è possibile che questo virus provenga da noi. L’intero istituto sta conducendo ricerche in diverse aree correlate al coronavirus».
L’intervista di Luc Montagnier
Caso risolto? No, a quanto pare. Nel lancio di accuse e smentite, si è inserito il premio Nobel 2008 per la medicina Luc Montagnier: «Il coronavirus è frutto di una manipolazione. È uscito accidentalmente da un laboratorio cinese a Wuhan, dove si studiava il vaccino per l’Aids. La Sars-CoV-2 è un virus che è stato lavorato nell’ultimo trimestre del 2019». Insomma, una storia densa di colpi di scena, degna di una spy-story, se non fosse che ha causato centinaia di migliaia di morti e mandato a gambe all’aria l’intera economia mondiale.
La diffusione del virus in Africa
È presumibile che la verità non sarà mai resa pubblica ma, al di là delle indagini compiute dai servizi segreti occidentali, resta il sospetto che tante cose non quadrino. Per logica. A partire dal numero dei morti in Cina e di quando sia veramente iniziata l’epidemia. A questo proposito, c’è un altro dato da considerare attentamente: quello della diffusione del virus in Africa, Continente che ha una massiccia presenza cinese.
I dati dell’UNECA
Il dato certo è che pochi Stati hanno la possibilità di fare tamponi e organizzare unità dedicate di pronto intervento. E poi, di polmonite, è sempre morta una moltitudine d’africani nel disinteresse generale. Secondo le Nazioni Unite, le vittime potrebbero tranquillamente superare i 3 milioni, piochè per l’Uneca, la Commissione Economica delle Nazioni Unite per l’Africa, il 56% della popolazione urbana vive senza servizi di base e, nonostante le enormi distese, vive nei villaggi con una distanza sociale praticamente inesistente. Si stima che solo il 34% di queste persone abbia la possibilità di lavarsi le mani con una certa regolarità e, come già detto, mancano presidi medici attrezzati anche per le emergenze comuni. Secondo informazione di alcuni medici volontari operanti sul territorio, il numero di contagi e i morti potrebbero già essere assolutamente preoccupanti.
L’obbligo di porsi alcune domande
Cosa accadrebbe se, oltre al miraggio di migliorare la propria condizione economica, si sommasse anche quello di poter essere eventualmente curati dal Covid-19? Quanti milioni di africani si riverserebbero sulle nostre coste, oltre a quelli che già sbarcano attualmente? Quali decisioni assumerebbe l’Italia e l’Europa per gestire il fenomeno? Sono queste domande che obbligatoriamente deve porsi chi ha responsabilità di decisione, pianificando risposte adeguate.
L’intervento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità
Il Covid-19 è già ampiamente presente in Africa e l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che presto saranno distribuiti un milione di kit per il test, una goccia nell’oceano, mentre il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale hanno quantificato in 114 miliardi di dollari la quantità di denaro necessaria per fornire i servizi sanitari adeguati a contrastare la diffusione del virus.
Un futuro alquanto incerto e pericoloso
Considerando quanto sia stata discussa e celere la decisione dell’Europa per trovare con i partner una via comune d’intervento e contrasto, è immaginabile che un intervento in Africa si attiverà solo quando l’emigrazione di soggetti infetti porrà in pericolo la salute e l’economia dell’Occidente. Le conseguenze di tutto ciò saranno dettate dal vaccino e da quando sarà disponibile ma, al di là di questo, la pandemia da Covid-19 ha segnato profondamente l’attuale civiltà e, a partire dai capi di Stato, tutti devono comprendere che l’attuale stile di vita, questa corsa alla crescita economica infinita, alla supremazia sugli altri a qualsiasi costo, deve finire o la prossima battaglia mondiale potrebbe annientarci.
Massimo Carpegna