Dopo Londra anche la Nuova Zelanda mette al bando Tik Tok

App già stata bandita da Usa, Canada, Belgio e Commissione europea

La decisione della Nuova Zelanda di vietare l’utilizzo di TikTok sui dispositivi governativi è il risultato di un’analisi condotta dai propri esperti, in collaborazione con i colleghi di governo e internazionali, al fine di proteggere la privacy dei cittadini e la sicurezza dei dati sensibili del governo. Entrerà in vigore il 31 marzo.

Il divieto di utilizzo di TikTok nei dispositivi governativi è stato imposto in diversi paesi, tra cui Canada, Regno Unito, Belgio e Stati Uniti, a causa delle preoccupazioni sulla sicurezza dei dati sensibili del governo. Anche la Commissione europea ha ordinato di bandire l’applicazione dai dispositivi dei propri dipendenti.

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L’azione globale contro TikTok è stata innescata dalla sua inclusione nella lista delle app vietate in India nel 2020, in seguito a scontri mortali al confine con la Cina. Il governo indiano ha dichiarato di difendere la propria sovranità. Inoltre, l’ex presidente americano Donald Trump ha accusato TikTok di essere uno strumento di spionaggio per Pechino, sostenendo che i dipendenti della società madre ByteDance in Cina avessero accesso alle informazioni sugli account degli americani. TikTok ha ammesso che i dipendenti cinesi hanno accesso a questi dati, ma ha sempre negato di trasmettere queste informazioni alle autorità cinesi.

In mezzo a un nuovo scontro tra Pechino e Washington su TikTok, la Cina ha criticato gli Stati Uniti per gli “attacchi ingiustificati” rivolti alla piattaforma di video-sharing. Wang Wenbin, il portavoce del ministero degli Esteri cinese, ha dichiarato che gli Stati Uniti dovrebbero smettere di attaccare TikTok.

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“Nessuna prova su minacce alla sicurezza nazionale. Finora gli Stati Uniti non sono riusciti a produrre le prove che TikTok minacci la sicurezza nazionale degli Stati Uniti”

Questo commento arriva in seguito alle richieste dell’amministrazione Biden ai proprietari cinesi di TikTok, ByteDance, di vendere le loro quote oppure di affrontare il divieto dell’app negli Stati Uniti. Nel frattempo, la mossa di Londra sulla questione TikTok si fa sentire.