Svolta storica in Turchia. Il partito islamico Akp (Adalet ve Kalkınma Partisi, Partito della Giustizia e dello Sviluppo) del presidente Recep Taiyyp Erdogan rimane il primo partito (con il 40%) ma perde la maggioranza assoluta. Inoltre il capo di Stato non potrà fare del Paese una repubblica presidenziale come aveva sperato: contava infatti di raggiungere il 60% necessario per indire un referendum che eventualmente gli avrebbe garantito il potere esecutivo.
La sostanziale sconfitta di Erdogan non è però la sola novità delle ultime elezioni turche. Per la prima volta un partito curdo è entrato in Parlamento: l’Hdp (in turco Halkların Demokratik Partisi, Partito Democratico dei Popoli), paragonato a partiti come il Podemos spagnolo, e il suo leader, Salahattin Demirtas (foto), è soprannominato “l’Obama” o “lo Tsipras curdo”.
Inoltre non sono mai state elette così tante donne: ben 96, mentre il massimo finora erano state 79 nelle elezioni del 2011. L’Akp ne ha candidate 41, 5 in meno del 2011; l’Hdp, che ha ottenuto il 13%, avrà 31 deputate su 79 seggi; i laici kemalisti (24,96%) ne avranno 20 e l’estrema destra 4, una in più rispetto alla precedente legislatura.
Infine dopo tanto tempo saranno parlamentari ben 4 cristiani e nell’Hdp sono stati eletti 2 yazidi, membri di quella comunità perseguitata dall’Isis.