Finanziamenti russi alla Lega: dubbi e retroscena

La presunta tangente da 65 milioni alla Lega in cambio di forniture energetiche russe agevolate alimenta molti dubbi.

La lega avrebbe ricevuto finanziamenti illeciti per un valore di 65 milioni in cambio di accordi agevolati nelle forniture energetiche russe.

Finanziamenti russi alla Lega: il retroscena

Secondo il sito americano BuzzFeed, che ha lanciato lo scoop, la somma sarebbe servita a finanziare la campagna per le elezioni europee dello scorso 26 maggio.

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In pratica, l’accordo prevedeva uno sconto del 4% sulla fornitura di 500.000 tonnellate di carburante al mese dalla Russia in cambio della stecca milionaria per la Lega.

Le indagini hanno coinvolto Gianluca Savoini, presidente dell’associazione Lombardia-Russia, uomo vicino a Matteo Salvini, e presente in varie riunioni ufficiali con esponenti russi e durante la cena a Roma in onore del presidente Vladimir Putin.

Finanziamenti russi alla Lega. emergono molti dubbi

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A gettare il sasso nello stagno delle certezze ci pensano alcuni quotidiani come Il Giornale. L’approfondimento di Paolo Bracalini esprime dubbi a partire dalla location per una riunione che avrebbe dovuto essere segreta.

Si tratta infatti del Metropol Hotel di Mosca, quartier generale dei bolscevichi e poi lussuoso ritrovo per diplomatici occidentali sempre sorvegliato (“Non annaffiate i fiori sennò si bagnano i microfoni” fu la raccomandazione di una inserviente dell’hotel).

La Russia, anche se non più sovietica, mantiene un controllo da Grande Fratello

Nonostante l’Unione Sovietica sia finita da un pezzo, i controlli sono discreti ma sempre capillari.

Il direttore del Giornale Alessandro Sallusti ha raccontato che, dopo un suo viaggio a Mosca, un funzionario dell’ambasciata russa gli aveva chiesto se gli fosse piaciuto correre sulla piazza Rossa e se le camicie acquistate ai magazzini Gum erano di suo gradimento.

In pratica, era stato sempre pedinato.

Nella Russia attuale non muove foglia che Putin non voglia.

Un incontro con funzionari russi per concordare ufficialmente forniture energetiche in cambio di sovvenzioni non poteva avvenire al riparo da occhi e orecchie indiscreti.

Matteo Salvini non è sprovveduto e, se davvero fosse stato l’ispiratore dell’iniziativa, si sarebbe mosso diversamente per evitare contraccolpi politici.

Gli oligarchi presenti all’incontro, convitato di pietra per i finanziamenti russi alla Lega?

All’incontro ci sarebbe stato l’oligarca Kostantin Malofeev, fedelissimo di Putin, sospettato da Usa e Ue di aver finanziato la guerra in Crimea e quella nel Donbass.

Aleksei Komov è invece rappresentante del congresso Mondiale delle Famiglie in Russia e creatore del fondo San Bonifacio in cui siedono esponenti del partito di Putin (Russia Unita).

Komov è inoltre il presidente onorario dell’associazione guidata da Savoini.

Le perplessità di Paolo Bracalini

Sono indizi sufficienti a montare la spy-story? Secondo Paolo Bracalini no, anche perché s’intrecciano troppe dicerie:

  • Le chiacchiere di Savoini sembrano maldestre, in stile spacconata da bar, più che una trattativa basata su coordinate precise tra gli interlocutori
  • Lo scoop di BuzzFeed non contribuisce alla chiarezza: il sito americano mescola gossip, notizie trash su diete miracolose, foto acchiappaclick, e inchieste. Alcune vere, altre no.
  • Ma chi ha registrato la conversazione all’hotel? A che scopo? Perché ha deciso di renderla pubblica? Perché proprio adesso?
  • Alcuni sospettano che la polpetta avvelenata sia di matrice statunitense per colpire la Lega troppo filorussa
  • Altri pensano, al contrario, che sia una trappola russa  come avvertimento a Salvini, troppo atlantista da quando è al governo e su posizioni lontane da Mosca
  • In particolare, Putin vorrebbe che la Lega sostenesse senza riserve il gasdotto Transadriatico in costruzione, che farebbe affluire gas naturale dal Mar Caspio fino a Lecce, attraverso Grecia e Albania
  • Il nuovo gasdotto alimenterebbe la sfera d’influenza energetica russa a scapito degli interessi Usa
  • Le differenze di vedute tra Italia e Russia su Iran, Venezuela e Cina avrebbero alimentato la tensione tra i due Paesi
  • Altri ancora ritengono coinvolti i renziani, desiderosi di riconquistare la ribalta politica, oppure il movimento 5Stelle, che vuole ricuperare terreno, o addirittura la stessa Lega che avrebbe usato lo scoop per depotenziare l’inchiesta giudiziaria.

In un mare di ipotesi senza riscontri, verità e fake news si mescolano pericolosamente.

I dubbi di Sergio Romano

Il rischio che la vicenda internazionale assomigli alla trama di un libro è molto alto anche per Sergio Romano, ex ambasciatore a Londra, Parigi, Mosca ed editorialista del Corriere della Sera.

Secondo Romano, allo stato dei fatti sappiamo che Gianluca Savoini è presidente di un’associazione di amicizia italo-russa. Matteo Salvini ha inoltre smentito legami politici di altra natura con lui.

Al momento, secondo Romano emergono molte millanterie e chiacchiere in libertà, ma non è stato affatto dimostrato un reale scambio di favori illeciti, considerando che la Russia preferisce trattare con gli Stati e non con i partiti.

L’aspetto interessante è la necessità russa di eliminare le sanzioni. Molte imprese, specie in Lombardia e Veneto vogliono la stessa cosa per riprendere gli scambi commerciali.

I danni economici sono stati quindi bilaterali e la Lega interpreta questa esigenza di superamento delle sanzioni.

Questo però non è prova di reato.

Finanziamenti russi alla Lega. Si aggiungono nuovi dubbi sulla trattativa

Libero quotidiano sembra non avere dubbi in proposito: l’inchiesta di BuzzFeed fa acqua da tutte le parti e spara a raffica una serie di particolari:

  • Gianluca Savoini ha presenziato a vari eventi sempre come rappresentante dell’Associazione Italia-Russia e non fa parte dello staff di Matteo Salvini, come solitamente BuzzFeed lo definisce
  • Savoini e Salvini ripetono che ognuno ha operato solo nell’ambito delle proprie competenze, quindi Savoini non svolgeva missioni diplomatiche speciali perché non aveva autorità per farlo
  • Savoini non era solo all’incontro con gli oligarchi russi e l’avvocato Gianluca Meranda ha inviato una lettera a Repubblica in cui spiega che si è discusso di compravendite internazionali e prodotti petroliferi ma non si è perfezionato nulla
  • Repubblica, al contrario, insiste su un file audio che dimostrerebbe la piena riuscita della trattativa ma si sospetta che il file non esista. E’ emersa solo una trascrizione offerta proprio da BuzzFeed che non è una fonte sicura
  • Alberto Nardelli, editor di BuzzFeed Europa, ha pubblicato su Twitter un estratto audio attribuito a Savoini che non dice nulla di compromettente
  • Molte parole quindi ma, almeno per ora, assenza di prove concrete

Le indagini della magistratura

Il procuratore capo di Milano Francesco Greco ha detto ai giornalisti che le indagini servono per verificare o meno ipotesi di reato. Quindi siamo agli inizi di una procedura complessa con due possibili scenari:

  • Una stecca di soldi destinata in forma occulta a un partito configura il finanziamento illecito. In assenza di questo denaro, non si può contestare il reato, perché mancherebbe la pistola fumante
  • La procura sembra orientata anche alla pista investigativa rivolta alla corruzione internazionale. In questo caso, si userebbero intercettazioni e rogatorie in forma quasi illimitata, per dimostrare che gli oligarchi russi, presenti all’incontro con Gianluca Savoini e altri due italiani, erano effettivamente inviati sul posto con un ruolo ufficiale per negoziare la trattativa illecita e concludere l’accordo.

Finanziamenti russi alla Lega. Le ripercussioni politiche

Il partito Democratico vuole che Matteo Salvini riferisca in Parlamento e si richiede anche una commissione d’inchiesta.

Il ministro dell’interno si dichiara fiducioso sulle indagini, ribadisce l’assenza di denaro illecito. E’ inoltre pronto a querelare chiunque lo diffami.

Ma, secondo Il Giornale, all’interno della maggioranza le acque sono agitate.

La difesa di Giuseppe Conte

Il premier Giuseppe Conte ha difeso ufficialmente Salvini ma Palazzo Chigi precisa che Savoini è stato invitato alla cena in onore di Vladimir Putin su richiesta di Claudio D’Amico, consigliere per le attività strategiche internazionali di Salvini.

Sembrerebbe un modo per consentire a Conte di smarcarsi dalla Lega, lasciandola con il cerino in mano, e di ritagliarsi un ruolo politico più attivo, per smentire le critiche di chi lo considera troppo all’ombra dei due vice premier.

Contraccolpi nella politica estera?

Il ministro degli esteri Enzo Moavero Milanesi è deciso a ritagliarsi un ruolo più interventista, disegnando un piano di redistribuzione dei profughi con creazione di centri controllati sulle coste italiane, ma garantiti da Bruxelles.

L’Unione europea forse non appproverà l’idea, ma sembra una strategia per togliere deleghe al ministro degli interni, che ha conquistato consensi con la politica migratoria, ma ora è alle prese con l’inchiesta dei fondi russi.

Finanziamenti russi. Le preoccupazioni della Lega

L’inchiesta può non sfociare in nulla. I parlamentari della Lega fanno quadrato intorno a Salvini e si dichiarano fiduciosi, ma il problema è che il ministro dell’interno può subire contraccolpi politici.

Salvini può finire sotto ricatto di Conte e Luigi Di Maio che vorrebbero dettare l’agenda di governo e questo rende più difficile aprire una crisi di governo da una posizione di forza.

Non a caso, Di Maio insiste che Salvini deve dare spiegazioni al Parlamento che è sovrano.

La speranza è che la crescita dei consensi alla Lega s’interrompa, magari per dare una boccata d’ossigeno ai 5Stelle.

Navigazione a vista per il “Capitano” che dovrà ricorrere a tutto il suo decisionismo.


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