Gli esperimenti nazisti: usavano i deportati come cavie

Il sadismo dei medici nazisti li spingeva a orrendi esperimenti sugli internati ridotti a cavie umane.

Il sistema repressivo nazista si basava sui Konzentrazionslager e i Vernicthungslager. I primi erano campi di concentramento, nati già a partire dal 1933 per i dissidenti tedeschi, zingari, omosessuali, e per tutti coloro che rappresentassero una minaccia alla superiorità ariana. I secondi erano campi di annientamento per lo sterminio degli ebrei e non solo. Da qui vennero realizzati diversi esperimenti da parte dei nazisti, i quali utilizzavano i deportati come cavie umane.

La soluzione finale apre nuovi scenari di orrore, di annientamento e di esperimenti Nazisti

La soluzione finale della questione ebraica avviene durante la conferenza di Wannsee nel gennaio 1942, in piena guerra e con le truppe tedesche ancora in fase offensiva sui vari fronti.

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Su proposta di Adolf Hitler, il Reichsmarschall Hermann Goering ordina l’avvio dei lavori nei quali si distingue Reinhard Heydrich, viceprotettore di Boema e Moravia e Gruppenführer delle SS, con i suoi progetti di annientamento degli ebrei.

I Lager diventano sede ideale per gli esperimenti nazisti sui detenuti

L’Europa, quasi interamente occupata tra il 1939 e il 1945, ha permesso ai nazisti di creare un sistema di circa 1.600 campi di sterminio e di lavoro in condizioni disumane tra i quali spiccavano Chełmno, Bełżec, Sobibór, Treblinka, Majdanek, Dachau e Auschwitz-Birkenau.

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La soluzione finale per milioni di internati non si basava solo sull’annientamento, ma anche sull’uso dei detenuti come cavie di esperimenti criminali, fossero ebrei o prigionieri di guerra, specialmente slavi.

Una varietà impressionante di esperimenti nazisti sulle cavie umane

Gli esperimenti sulle cavie umane erano manifestazioni di sadismo dei medici e assistenti dei campi, che applicavano le loro conoscenze scientifiche alla tortura sistematica per verificare la resistenza umana in condizioni estreme o sperimentare vaccini.

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Esperimenti di decompressione per il salvataggio da grande altezza

Il dott. Sigmund Rascher, medico maggiore della Luftwaffe, era autorizzato direttamente da Heinrich Himmler a sperimentare la sopravvivenza, attraverso prove di decompressione. In pratica, simulava un lancio con il paracadute da altezze superiori ai dieci chilometri, studiando le reazioni di un essere umano sottoposto a pressione atmosferica eccessiva o in assenza di ossigeno.

Questi esperimenti di Dachau prevedevano che i deportati fossero chiusi dentro una stanza in cui veniva abbassata gradualmente la pressione atmosferica, fino alla completa mancanza di ossigeno e alla morte. Al termine dell’esperimento i corpi venivano sezionati anche se i prigionieri erano ancora vivi.

Esperimenti di congelamento e raffreddamento prolungato

Questo esperimento era un approfondimento del precedente. Una militare paracadutato poteva finire in acque gelide. Lo studio prevedeva la capacità di resistenza di un corpo al congelamento, se fosse possibile rianimarlo e con quali conseguenze.

Protagonista era sempre Sigmund Rascher che immergeva i deportati in vasche di acqua gelata tra 5,2 e 4 °C per un un massimo di 95 minuti. Quasi tutti morivano e i pochi sopravvissuti avevano una temperatura corporea ridotta tra 29 e 24 gradi. I medici valutavano se la rianimazione migliore di esseri umani assiderati avvenisse tramite calore animale o medicinali e procedimenti fisici.

Le vittime venivano quindi messe in un letto e legate strettamente a una o due donne nomadi completamente nude, che fungevano per ore o giorni da stufe umane per fare loro riprendere conoscenza. La percentuale di sopravvivenza era relativamente elevata ma i prigionieri soffrivano di disturbi cardiocircolatori ed altre malattie.

Esperimenti di vaccinazione antipetecchiale e sull’epatite epidemica

I medici delle SS hanno sperimentato nei Lager di Buchenwald e Natzweiler-Struthof alle dipendenze dall’istituto d’Igiene di Berlino diretto dall’Oberfüher SS Mrugowski e hanno provocato molte vittime e danni permanenti agli internati, nel tentativo di elaborare un vaccino utile alla SS, operative sul fronte orientale, e minacciate di tifo petecchiale.

Stesso problema per l’epatite epidemica, che provocava molti morti tra i soldati tedeschi sul fronte russo. Il dott. Karl Brandt era uno dei più famigerati medici nazisti che, nel Lager di Sachsenhausen, si dedica intensamente all’inoculazione di virus coltivati ai detenuti dietro autorizzazione di Himmler.

Esperimenti nazisti di sterilizzazione

Tra i più famigerati torturatori, spiccano i medici Carl Clauberg e Horst Schumann, protagonisti di esperimenti di sterilizzazione nel famigerato Block 10 di Auschwitz.  L’esperimento più diffuso prevedeva l’iniezione di una sostanza caustica nella cervice uterina per ostruire le tube di Falloppio.

Le vittime erano donne sposate di età compresa fra i venti ed i quarant’anni, preferibilmente con figli. L’iniezione veniva eseguita in tre fasi nel giro di qualche mese, anche se alcune superstiti ricordano di aver subito fino a cinque iniezioni con risultati devastanti a livello di fertilità e salute.

Clauberg era un grande ricercatore oltre che criminale. I preparati ormonali Progynon e Proluton, da lui elaborati per curare la sterilità, sono usati ancora oggi, come pure è usato il “test di Clauberg” per misurare l’azione del progesterone.

Esperimenti di Raggi X e castrazione chirurgica

Il dott. Schumann, medico e direttore del centro della morte nel programma di eutanasia a Grafeneck ha condotto molti esperimenti che facevano il paio con le idee di Viktor Brack, un funzionario della Cancelleria molto attivo nel Programma T4 (l’eliminazione di almeno 200.00 disabili tedeschi entro il 1941).

Brack aveva escogitato un impianto di sterilizzazione nascosto. La vittima credeva di riempire dei moduli per due o tre minuti e il funzionario metteva in funzione nel frattempo un’apparecchiatura che attivava due valvole termoioniche a raggi X poiché l’irradiazione doveva avvenire da entrambi i lati. Con un’installazione a due valvole potevano essere sterilizzate circa 150-200 persone al giorno e, con venti installazioni, sino a 4000.

Me esisteva anche una versione più complicata. Le detenute erano poste fra due lastre che comprimevano loro l’addome e il dorso; gli uomini poggiavano il pene e i testicoli su una lastra speciale.

Schumann azionava poi la macchina e la durata del trattamento arrivava fino a otto minuti. Molte donne uscirono dall’applicazione con ustioni che potevano infettarsi e molte sviluppavano sintomi di peritonite, fra cui febbre, forti dolori e vomito. Dopo l’esposizione, si asportavano le ovaie per esaminarle e accertare se i raggi X erano stati efficaci nella distruzione dei tessuti.

Gli uomini non subivano sorte migliore. Oltre alle scottature attorno allo scroto, e la raccolta di sperma, a scopo sperimentale, i sopravvissuti hanno testimoniato in merito al brutale massaggio della prostata per mezzo di pezzi di legno introdotti nel retto.

I medici intervenivano chirurgicamente per asportare un testicolo o entrambi. Gli sviluppi postoperatori comprendevano emorragie, setticemie, assenza di tono muscolare conseguente alle ferite. Molti morivano rapidamente, altri erano costretti a lavori usuranti per eliminarli in poco tempo.

Gli esperimenti sui gemelli monozigoti

Josef Mengele figura di spicco ad Auschwitz e Birkenau, si è distinto negli esperimenti sui gemelli monozigoti. Le sue comparazioni meticolose fra gemelli di ogni nazionalità, ma soprattutto ungheresi, senza distinzione di sesso, lo spingeva a indagare ogni singolo centimetro del corpo dei gemelli.

Bambini vittime del sadismo.

In caso di differenze tra fratelli, li addormentava con un’iniezione sul braccio e li uccideva con un’iniezione di cloroformio direttamente nel cuore. I corpi venivano a questo punto sezionati e studiati dall’interno. Si calcola che il 15% dei gemelli esaminati sia stato ucciso in questo modo o durante un’operazione chirurgica.

Esperimenti sulla cura ormonale dell’omosessualità

Il medico danese delle SS Carl Peter Varnet si è dedicato agli esperimenti sugli omosessuali dal luglio 1944 nel Lager di Buchenwald. Consistevano nell’impianto di massicce dosi di testosterone su deportati alla ricerca di una cura che avrebbe dovuto renderli eterosessuali. Il risultato era la morte di molte cavie umane sottoposte agli esperimenti.

Gli esperimenti medici hanno richiesto un processo a parte a Norimberga

L’orrore degli esperimenti medici su cavie umane è emerso in un processo dedicato a Norimberga.

La corte statunitense, presieduta dal procuratore militare d’accusa Telford Taylor, ha confermato che i medici tedeschi hanno pianificato e attuato il programma eutanasia Aktion T4: l’uccisione sistematica di persone ritenute “indegne alla vita” (ritardati mentali, internati e disabili).

Durante la seconda guerra mondiale, gli stessi medici hanno condotto esperimenti pseudo-scientifici nei campi di concentramento a danni di ebrei, polacchi, russi e zingari uccidendone la maggior parte e provocando invalidità permanenti nei superstiti.

Il processo, iniziato il 9 dicembre 1946 si è chiuso il 20 agosto 1947, dopo aver ascoltato 85 testimoni ed esaminato 1471 documenti da cui emergono un’infinità di sofferenza aggiuntive, comprese l’aggravamento di ferite infette con il gas mostarda, somministrazione di veleno nel cibo, esperimenti su ossa, muscoli e nervi dall’esito spesso fatale.

Sette medici sono stati impiccati, tra i quali Viktor Brack e e Joachim Mrugowski, altri erano già morti o se la sono cavata con pene detentive inferiori all’ergastolo.