Grecia, raggiunto l’accordo in Parlamento per le riforme

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Il Parlamento greco ha raggiunto, questa notte, l’accordo per il piano di riforme su cui si basava il piano di cui, a Bruxelles, hanno discusso Alexis Tsipras e i vertici europei.

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La notte di Atene è stata tesissima, sia dentro che fuori al Parlamento. Fuori, sono andate avanti per tutto il giorno le manifestazioni di protesta di sindacati e disoccupati, ma alla sera, c’è stata la scintilla che ha innescato i disordini: un corteo di anarchici, vestiti di nero, ha cercato di raggiungere Piazza Syntagma, dove c’erano anche i manifestanti di sinistra radicale anti-austerità, per contestare Tsipras: sono partiti lanci di bottiglie, anche molotov, sia verso il corteo che verso gli agenti di Polizia: ne sono nati incidenti tra anarchici e Forze dell’Ordine, ma anche con il servizio d’ordine del KKE, il Partito Comunista Greco.

In aula, la situazione è stata altrettanto tesa: alla fine i sì sono stati 229, i no 64, 6 gli astenuti. Risulta chiaro che anche i socialisti, i centristi di “Il Fiume” e il centrodestra di Nuova Democrazia abbiano votato a favore. C’è stata una profonda spaccatura dentro Syriza, la coalizione di sinistra radicale a cui appartiene Tsipras, con quaranta frondisti che non hanno partecipato al voto: essi appartengono all’ala più a sinistra del partito ed erano contrari all’accordo. L’approvazione è arrivata senza nemmeno un applauso. Tsipras ha detto, nel suo discorso: “A chi pensa che io sia stato ricattato, come pensano tanti ed hanno scritto tanti media nel mondo, dico che nelle 17 ore di Bruxelles avevo di fronte tre alternative: o l’accordo, o il fallimento con tutte le conseguenze, o il piano Schaeuble per una moneta parallela. E fra le tre, ho fatto la scelta di responsabilità”.

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Poco prima era arrivata la dichiarazione favorevole del ministro della Difesa Panos Kammenos, leader del partito di destra anti-euro ANEL, alleato di Tsipras, giusto per il bene del Paese. I problemi sono, però, arrivati dall’interno, soprattutto da quell’ala critica di Syriza rappresentata dall’ex ministro dell’Economia Yannis Varoufakis, dalla presidentessa del Parlamento Zoe Konstantinopoulou e dal ministro dell’Energia Panagiotis Lazafanis, il quale ha minacciato di dimettersi, come aveva già fatto nel pomeriggio la viceministro Nantia Valavani. Ora il percorso del primo governo greco di sinistra radicale sarà sempre più difficile.

Stefano Malvicini