Oggi 27 novembre di 81 anni fa nasceva la stella delle arti marziali: il grande, unico, mitico e intramontabile Bruce Lee.
In occasione di tale ricorrenza il maestro Antonio Spadafora di Cosenza (Calabria-Italia) fondatore dell’inedita arte marziale TÁO JIÀN KUNG FU e autore del manuale “Equilibrio Elasticità Efficacia Essenza con l’approccio all’arte del Táo Jiàn Kung Fu” presenta ai lettori di questo giornale un suo amico e insegnante proveniente direttamente da Seattle (U.S.A), allievo diretto dei primi due studenti di Bruce Lee, Jesse Glover e Ed Hart, il Maestro di Non Classical Gung Fu CHRIS CHARNOS.
Come primo step dell’intervista si chiede al maestro di fare una breve presentazione di se stesso.
R – “Mi chiamo Chris Charnos. Ho 59 anni. Ho iniziato a lottare a 9 anni perché mio padre era un allenatore di wrestling. Mi portava ai tornei statali che ho seguito a partire dalla prima media in poi. Dopo la laurea ho studiato diverse arti tipo il calcio, un po’ di boxe, un po’ di Kenpo e finalmente ho trovato Ed Hart (2°allievo di Bruce Lee a Seattle). Ho comprato il libro rosso di Jesse (Jesse Glover 1°studente e assistente istruttore di Bruce Lee a Seattle) in un piccolo negozio di alimentari e un amico conosceva uno degli studenti, così mi sono ritrovato inevitabilmente a diventare pure io uno di loro.
Dunque sei un allievo diretto dei primi due studenti di Bruce Lee a Seattle, cosa puoi dirmi di questi due uomini ed artisti marziali?
R – “Ed era un pugile e un praticante di judo e gli piaceva il fatto che io fossi un grappler. Questa mia peculiarità comunque era inutile al suo cospetto dato che a lui bastava avvicinarsi per sopraffarmi. Diceva: sali su di loro e rimani su di loro! Non lasciare mai, al tuo avversario, l’iniziativa di una mossa. Ed era molto preciso nei movimenti tra l’altro mai telegrafati (ossia preannunciati dagli arti). Competere di mani a corto raggio con Jesse invece era spaventoso. Non solo era assolutamente controllato, ma era anche molto esplosivo“.
Cos’hai imparato di più da Ed Hart e cosa da Jesse Glover?
R – “Da Ed ho imparato come chiudere in modo efficace l’avversario e rimanergli incollato nonché cogliere il momento preciso per chiudere subito il combattimento, in più lui era solito dire di non lasciare mai che l’avversario iniziasse. Jesse ci dava migliaia di ripetizioni di tutto. Ci sono stati periodi di tempo in cui abbiamo fatto ginnastica 3 volte a settimana per 3 ore alla volta. Penso che volesse che sperimentassimo un livello più alto di fisicità in modo da poter eseguire le basi a un livello sempre più alto“.
Il maestro Antonio Spadafora ha avuto l’onore di seguire dal vivo alcuni tuoi insegnamenti, di interagire direttamente con te in uno degli ultimi seminari dedicati a Jesse Glover in Europa e dice di essere rimasto davvero colpito dalle tue capacità, dalle tue particolari tecniche che gli hai impartito oltre che dalla tua bravissima capacità comunicativa espressiva a volte esilarante che ha reso l’apprendimento molto eccitante….ma volendo definire te stesso, che tipo di artista marziale è oggi Chris Charnos? E che tipo di insegnante è?
R – “Entrambi i miei genitori erano allenatori. Mia madre seguiva la ginnastica, la pallavolo e la squadra di esercizi ed era molto fisica. Come ho detto prima, mio padre allenava nel wrestling e anche nel tennis, così negli anni ho frequentato diversi campi che insegnavano “come capire il movimento“.
Ad un certo punto dopo tutti gli sforzi uno deve essere capace di muoversi e spostare il proprio peso rimanendo più equilibrato possibile. È qui che entra in gioco l’abilità. Come lo facciamo? Come creiamo l’atteggiamento fisico a frusta? Come ci muoviamo con equilibrio? Imparando e catalogando sempre le informazioni man mano che cresciamo.
Il Gung Fu è un ottimo modo per apprendere le abilità di base in un breve lasso di tempo. Alcune persone vivono in quartieri difficili. Alcune persone lavorano in aree difficili. Alcune persone subiscono atti di bullismo e hanno bisogno di abilità prima, piuttosto che dopo. Come con qualsiasi cosa ottieni quello che ci metti dentro. Penso che il Gung Fu sia bellissimo e sicuramente dopo 35 anni che lo faccio è il mio modo preferito di muovermi.
Molte arti funzionano bene e le persone dovrebbero mettere alla prova qualsiasi cosa facciano per vedere se funziona davvero. Non tutti sono così perseveranti, ma ad ogni modo so che coloro che praticano il Gung Fu … diventeranno persone che si sapranno comportare bene nella vita e nella lotta col mondo reale.
Ed Hart era solito dire: fai molta pratica e ti auguro buona fortuna in tutto ciò che fai…Negli ultimi 7 anni ho studiato con Steve Smith (allievo del Gran maestro Fook Yeung che diede lezioni anche a Bruce Lee a Seattle nei primi anni 60) e questo mi ha aperto gli occhi su molte cose meravigliose che non avevo considerato prima. Di conseguenza sono più interessato a capire come funziona l’animale umano, come funzionano i nostri sensi e come percepiamo il movimento. Avendo quindi tali presupposti, sto giocando molto nel regno delle possibilità piuttosto che essere così finito e assoluto. Inoltre, con il passare degli anni, questo mi ha dato alcune intuizioni su come gli studenti imparano dal tatto o dalla vista oppure dal senso percettivo/intuitivo nonché da tutto questo insieme. Mi piace insegnare in piccoli gruppi così posso concentrarmi su cosa funziona e cosa no in ogni persona.
Un ragazzo che vuole iniziare a praticare arti marziali, perché dovrebbe scegliere il Non Classical Gung Fu anziché un’altra arte marziale?
R – “Mi piace il Gung Fu come percorso per i nuovi studenti in quanto contiene molte sfaccettature che personalmente sostengo. Come incollarsi all’avversario e con questo non intendo solo col Chi Sao (esercizio delle mani appiccicose), intendo l’attaccamento al corpo e la capacità di percepire intuitivamente ciò che sta accadendo. Questo è molto simile a un grappling per me.
Ed Hart era solito dire che il Gung Fu si collega alla boxe da un lato e alle prese dall’altro.
Inoltre, il praticante sviluppa le abilità del mondo reale in un breve lasso di tempo grazie al fatto che l’applicazione della pressione inizia all’inizio dell’apprendimento piuttosto che in seguito. Questo non vuol dire che le altre arti non siano buone, questo è solo il mio particolare punto di vista…“
Hai progetti futuri? Se si, quali?
R – “I miei piani attuali sono di continuare a imparare e crescere tutto il tempo. Inoltre inizierò presto a dare lezioni tramite Zoom in modo da poter ottenere feedback e condividere con gli altri. Mi piacerebbe venire di nuovo in Europa e allenarmi con i vari artisti e maestri del posto così da poter mantenere vivo e vegeto il Gung Fu“.
L’ultima domanda è d’obbligo; cosa pensi di Bruce Lee e del Jeet Kune Do?
R – “Ho riflettuto spesso su questa domanda di Bruce Lee nel corso degli anni. Non l’ho mai conosciuto. Tutto quello che so sono le storie e i ricordi di coloro che lo conoscevano davvero. Era un tipo su dieci milioni. Spinto e tenace.
Curioso e consapevole. Cresceva e si evolveva continuamente a un ritmo astronomico. Era caricato di un’energia simile a un reattore nucleare, questo è poco ma è sicuro!!!
Io e lui però ci muoviamo in modo totalmente diverso quindi seguire uno studio parallelo al suo non mi sarebbe servito a niente. Ci sono persone là fuori con velocità e potenza notevoli e sono combattenti molto efficaci. Per quel che mi riguarda io devo guardare di più a come sviluppare le abilità. Come eludere gli attacchi avversari. Come applicare la forza istruita e come lasciare che tutto questo fluisca in modo coerente e senza ostacoli. Penso che continuerò a praticare per il resto della mia vita come fece Bruce il quale sicuramente fu dotato di così tanti strumenti che gli permisero di progredire a un ritmo che pochissimi sono riusciti a fare.
Devo muovermi nel miglior modo possibile e Jesse Glover, Ed Hart e Leroy Garcia (ulteriore studente di Bruce Lee) mi hanno dato alcuni spunti su come scoprirlo. Quindi allenatevi spesso e soprattutto mantenete la mente di un principiante…
Di seguito il testo in originale dell’intervista
