Istanbul di nuovo nel mirino dell’ISIS

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Ieri mattina alle 10:00 del mattino ora locale, le 9:00 in Italia, un attacco suicida ha fatto strage di turisti ad Istanbul: al momento si contano 10 morti e ben 15 feriti, di cui 2 sono in gravissime condizioni, tanto che i medici preferiscono mantenere la prognosi riservata.

L’attentatore si è fatto esplodere nella centralissima Piazza Sultanahmet, vicino all’obelisco di Teodosio, alla Basilica di Santa Sofia e alla Moschea Blu che sono le principali attrazioni turistiche della metropoli sul Bosforo, visitate ogni giorno da migliaia di persone. La dinamica dei fatti non è ancora del tutto chiara, ma si sa che il kamikaze si è fatto esplodere in mezzo ad un gruppo di turisti tedeschi che stava aspettando la guida per fare un giro della città: i morti nel gruppo sono stati 9 e la Germania si è trovata così ad essere il Paese che ha pagato il prezzo più alto della follia dell’estremismo islamico.

Sembra che l’attentatore sia un cittadino saudita di circa 28 anni con passaporto siriano, addestrato e radicalizzato nei campi di addestramento dell’ISIS: gli inquirenti turchi hanno comunque iniziato indagini su vasta scala perché non è escluso che i documenti trovati possano essere falsi. Non è la prima volta che Istanbul e la Turchia vengono colpite da attentati di matrice islamista: la marcia della pace di Ankara, ad esempio, si è conclusa con una vera e propria carneficina costata la vita a 100 persone innocenti. La Turchia, proprio per la sua posizione geografica strategica di ponte tra oriente ed occidente, è considerata un Paese chiave dagli uomini in nero del sedicente Califfato e la decisione di Ankara di intraprendere la lotta al terrorismo insieme alla coalizione internazionale a guida statunitense ha fatto aumentare ancora di più l’odio dei miliziani in nero nei confronti del Paese a cavallo tra Europa e Medio Oriente.

La città di Istanbul, particolare per quel ponte sul Bosforo che  divide oriente e occidente, è considerata uno dei punti più caldi dagli islamisti perché i miliziani usano molto spesso questa città per tentare di infiltrare potenziali attentatori in Europa e, nella direzione opposta, per fare entrare nelle zone di guerra di Siria e Iraq i potenziali foreign fighters.

Questa mattina le autorità turche hanno annunciato di avere cominciato perquisizioni in tutto il Paese e di avere arrestato 9 affiliati dell’ISIS, tra cui 3 cittadini russi: le indagini continuano a ritmo serrato e il governo turco ha annunciato che intensificherà gli sforzi nella lotta al terrorismo.

L’unica cosa certa è che questo attentato è un duro colpo all’immagine di Istanbul come meta turistica e la cosa più temuta dalle autorità cittadine è proprio un crollo delle prenotazioni di ristoranti e hotel, come è già avvenuto in Egitto e in Tunisia.