Junior Cally, il pifferaio magico di una società malata

Polemiche per la presenza del cantautore al Festival della Canzone Italiana

Vi parlo di Junior Cally, cantautore in gara a Sanremo, che presenterà “Strega”. La polemica, indubbiamente studiata a tavolino, nasce dal fatto che questo personaggio propone testi inaccettabili anche per la mente più aperta alle nuove tendenze. Siamo passati dal ““Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia quand’ella altrui saluta…” di Dante Alighieri, che c’apprestiamo a celebrare, a “Lei si chiama Gioia, ma beve poi ingoia. Balla mezza nuda, dopo te la da. Si chiama Gioia perché fa la troia. Sì, per la gioia di mamma e papà. Questo frate non sa cosa dice. Porca troia, quanto cazzo chiacchiera? L’ho ammazzata, le ho strappato la borsa. C’ho rivestito la maschera.”. E per dare una parvenza di verità, Junior Cally salirà sul palcoscenico dell’Ariston indossando una maschera, che lo fa apparire quasi un super eroe.

Nessuno interviene d’imperio per impedire questo messaggio di brutalità e disprezzo verso le donne, per denunciarlo all’autorità giudiziaria per istigazione alla violenza. Abbiamo istituito la “Commissione Segre” e migliaia di persone sono scese in piazza contro la violenza durante la recente campagna elettorale per le “Regionali”, ma Junior Cally è OK, con le sue donne ammazzate e lo sperma che innaffia la bara. Ci preoccupiamo di coprire i crocefissi sulle tombe, per non urtare la sensibilità del musulmano, che si trovasse a passare da un cimitero, e poi consegnamo il certificato di “accettabilità” a Junior Cally e ai suoi versi, perché questo significa cantare a Sanremo: essere “accettati” nella comunità artistica quali portatori di un valore, grande o piccolo che sia.

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La ragione? Accendere l’attenzione verso uno spettacolo costosissimo, che ha già fatto il suo tempo e produce più sbadigli che emozioni; sfruttare il seguito che si conta in milioni di “like” (e già questo dato dovrebbe far riflettere), per i video delle sue canzoni sulla piattaforma “YouTube”. I “followers” sono il mercato da assecondare e blandire nel nome dell’unico valore rimasto: il denaro, che è potere. A nessuno interessa che per i nostri ragazzi, Junior Cally sarà un esempio da emulare in una visione crudele e distorta della realtà. È pure “simpatico” questo cantante senza volto con il suo “Spero si capisca che odio il razzista, che pensa al Paese, ma è meglio il mojito”.

In fondo, a nessuno interessa se domani il “branco” prenderà a pugni un disabile (se non è nostro figlio), per interrompere la noia di una giornata uggiosa o che i suoi componenti violenteranno a turno una ragazza (se non è nostra figlia) uscita dall’università. È colpa della società! Della scuola! Delle forze dell’ordine che non presidiano il territorio! No, è colpa nostra, di noi adulti, che abbiamo smesso di stare con i figli, essere per loro un esempio, un punto di riferimento, che abbiamo smesso di educarli al rispetto, delegando ad altri questo compito, perché anche noi abbiamo diritto ad essere felici, ad avere il nostro spazio per andare in palestra, a fare shopping, a svagarci con l’amante… E i figli sono un intralcio. A volte una scocciatura. Vabbè, ci faremo perdonare regalando loro a Natale l’ultimo modello di iPhone.

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Massimo Carpegna

Massimo Carpegna
Massimo Carpegnahttp://www.massimocarpegna.com
Docente di Formazione Corale, Composizione Corale e di Musica e Cinema presso il Conservatorio Vecchi Tonelli di Modena e Carpi. Scrittore, collabora con numerose testate con editoriali di cultura, società e politica.