L’Isola Bella: la regina del lago

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Incastonata nelle acque blu del lago Maggiore, è senz’altro la più importante e regale delle isole Borromee: parliamo dell’isola Bella.
La si riconosce subito, arrivando col traghetto da Stresa, per la caratteristica conformazione dei giardini a terrazza, che circondano il magnifico palazzo. Fu Carlo III° Borromeo che ne volle la costruzione per la moglie Isabella d’Adda. I lavori, interrotti per la pestilenza del 1600, furono ripresi dai figli , il Cardinale Gilberto III° e VitalianoVI°, per concludersi con l’architetto Carlo Fontana.

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Carlo VI°, amante delle arti e delle lettere, la inaugurò nel 1671. oltre un secolo più tardi, alla fine del Settecento,ospitò nientemeno che Napoleone Bonaparte con la prima moglie, Josephine de Beauharnais, oltre alla principessa di Galles,Carolina di Brunswick.

L’isola era stata ristrutturata come una” nave fantastica“, in cui la parte del palazzo rappresentava la prua, mentre i giardini a terrazza, sopra il cosiddetto “anfiteatro o castello”, la poppa.

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All’interno si riconoscono subito gli ambienti che furono abitati dagli illustri ospiti, prima fra tutte la stanza di Napoleone, arredata con mobili in stile impero. La moglie avrebbe fatto di tutto per convincere i Borromeo a vendere l’isola Madre,la più lontana delle tre, e i Castelli di Cannero, ma essi rifiutarono. Riuscì ad ottenere così la pur magnifica villa d’Este., che si affaccia col suo verdissimo parco sulle acque di Cernobbio, il secondo paesino che si raggiunge col traghetto, partendo da Como.

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I saloni del palazzo Borromeo furono realizzati tra il XVII e il XIX° sec., mentre al di sotto si trovano le grotte, che furono tanto elogiate dal poeta inglese Stendhal. Molte sono le notevoli opere d’arte che ornano la residenza, a cominciare dalle tele del Cerano, di Francesco del Cairo, di Giordano, come il  Giudizio di Paride, Europa rapita da Giove trasformato in toro, il trionfo di Galatea, di Salvatore Rosa, del fiammingo Muller, detto “il Tempesta”, che fu ospite per lungo tempo dei Borromeo e da questi salvato da una dura condanna. Magnifici in particolare sono gli Arazzi Fiamminghi della Galleria ad essi intitolata,originari del XVI° sec., in tutto sei, realizzati in seta e oro. In essi  è frequentemente raffigurato il Liocorno, l’emblema dei Borromeo.Nei saloni è conservata inoltre una bella collezione di bambole in porcellana, testimonianza di costume dell’epoca: sono ognuna diversa dall’altra, ricche di prticolari: mantelline, vestine da bimba, acconciature e cappelli…

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Nella bellissima grotta tempestata di conchiglie e pietre di ogni tipo, si trovano i resti archeologici della cultura preistorica di Golasecca.  Non meno affascinante è il giardino,  caratteristico per la  forma delle dieci terrazze sovrapposte “a piramide mozza”, ornate da fontane, statue, balaustre…Non mancano piante esotiche e, tra le rigogliose fioriture, stupende naturalmente soprattutto in primavera,le magnolie e le camelie. La parte superiore fu denominata “anfiteatro”, perchè vi si tenevano degli spettacoli teatrali.

Grazia Paganuzzi